- Mentre a Madrid si è tenuto l’ultimo summit delle Nazioni Unite sul clima, è stato pubblicato un articolo su Nature che ha posto l’accento sull’impatto distruttivo che il riscaldamento degli oceani ha sul clima.
- L’articolo esamina l’effetto di una striscia di acqua calda nell’Oceano Indo-Pacifico, aumentata del doppio dall’inizio del ventesimo secolo, in corrispondenza della Madden Julian Oscillation (MJO), un sistema di nuvole portatrici di pioggia, venti e fronti di pressioni che attraversa in direzione est l’equatore.
- La MJO ha effetti sulla variabilità temporale e sulla forza delle precipitazioni in molte parti del mondo, e regola tra le altre cose la formazione dei cicloni, il sistema dei monsoni e i cicli di El Niño.
- Cambiamenti nella quantità di tempo in cui il sistema si sofferma al di sopra di una regione, influenzata dall’espansione del bacino di acqua calda nell’Indo-Pacifico, ha causato interruzioni nelle precipitazioni in Asia, Africa, Australia e America.
Tra il 1900 e il 2018 una distesa di acqua calda nell’Indo-Pacifico è aumentata del doppio, aggiungendo ogni anno un’area delle dimensioni della California. Il colpevole? Secondo gli scienziati del clima sarebbe l’aumento delle emissioni di anidride carbonica. In un recente articolo gli studiosi spiegano come questo sistema di acqua calda stia già stravolgendo le dinamiche climatiche di tutto il mondo, dall’Asia all’Africa, fino in America.
Mentre a Madrid si è tenuta la Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, è stato pubblicato un articolo su Nature che ha concentrato la sua attenzione sull’impatto che il riscaldamento degli oceani ha sui fenomeni metereologici a livello globale. In particolare, lo studio ha preso in considerazione gli effetti che questa distesa di acqua calda in espansione in corrispondenza della Madden-Julian Oscillation (MJO) possiede, un sistema di nuvole portatrici di precipitazioni, venti e fronti di pressione che attraversa i tropici in direzione est lungo l’equatore.
L’importanza assunta dalla MJO (Oscillazione di Madden-Julian) può essere indicata dal fatto che essa regola, tra le altre cose, la formazione dei cicloni, del sistema monsonico e i cicli di El Niño. La MJO contribuisce a gravi eventi metereologici a livello mondiale, ma ha gli effetti più disparati in luoghi differenti, ad esempio gioca un ruolo sia nei confronti della siccità che colpisce la California, sia nei confronti dei vortici polari nell’Artico responsabili dei gelidi inverni in Nord America.
Gli autori dell’articolo pubblicato su Nature hanno messo a confronto le dimensioni che il bacino di acqua calda possedeva tra il 1900 e il 1980 con le dimensioni assunte tra il 1981 e il 2018. Ciò che hanno notato è stato un drastico aumento. Hanno scoperto che il bacino di acqua calda in espansione altera il ciclo della MJO. “Il rapido aumento del riscaldamento in corrispondenza degli oceani tropicali tra il 1981 e il 2018 ha causato una deformazione nel ciclo della MJO, registrando un calo del tempo di residenza in corrispondenza dell’Oceano Indiano di 3-4 giorni, e un aumento nella regione oceanica Indo-Pacifica di 5-6 giorni”.
La MJO ha di solito origine sopra l’Oceano Indiano e viaggia in direzione est sopra la regione oceanica Indo-Pacifica verso l’Oceano Pacifico, dove si attenua nelle acque più fredde del Pacifico orientale. La regione oceanica Indo-Pacifica si riferisce all’area racchiusa tra gli Oceani Indiano e Pacifico che include gli arcipelaghi dell’Indonesia, Borneo, Nuova Guinea, Filippine e della Penisola Malese.
Il sistema si compone di due poli di azione: uno associato a maggiori precipitazioni e l’altro a minori rovesci. Solitamente impiega dai 30 ai 60 giorni per passare dall’Oceano Indiano all’Oceano Pacifico. A seconda di quanto si sofferma al di sopra una regione, il suo impatto può avere ripercussioni sulle dinamiche climatiche.
Gli autori dell’articolo hanno stabilito che con l’aumento del tempo di persistenza del sistema aumentano anche le precipitazioni nell’Australia del nord, nel Pacifico occidentale, nel Bacino Amazzonico, nell’Africa sud-occidentale e nell’Asia sud-orientale, mentre porta siccità nel Pacifico centrale, lungo la costa est e la costa ovest degli Stati Uniti, India del nord, Africa Orientale e il Bacino dello Yangtze in Cina.
Roxy Mathew Koll, dell’Istituto Indiano di Meteorologia Tropicale e primo autore dello studio, ha affermato che “le simulazioni dei modelli climatici indicano che è altamente probabile che un continuo riscaldamento dell’Oceano Indo-Pacifico possa ulteriormente intensificare i cambiamenti nei modelli di precipitazione in futuro. Ciò significa che dobbiamo migliorare le nostre osservazioni sull’oceano in modo da monitorare questi cambiamenti in maniera accurata, così come aggiornare i nostri modelli climatici per poter sapientemente prevedere i cambiamenti che si presentano in un mondo in surriscaldamento”.
Il lavoro di ricerca è stato una collaborazione tra gli scienziati del Ministero delle Scienze Ambientali Indiano, l’Amministrazione Nazionale Oceanica e Atmosferica Statunitense (NOAA), l’Università di Washington e l’Università di Tokyo.
CITAZIONI:
Roxy, M. K., Dasgupta, P., McPhaden, M. J., Suematsu, T., Zhang, C., & Kim, D. (2019). Twofold expansion of the Indo-Pacific warm pool warps the MJO life cycle. Nature, 575(7784), 647-651. doi:10.1038/s41586-019-1764-4
Immagine di apertura: Riserva pluviale presso il Giardino Botanico Tropicale Xishuangbanna. Foto di Rhett A. Butler/Mongabay
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/12/warming-of-indo-pacific-waters-disrupting-weather-worldwide-report-finds/