- Secondo una metanalisi, le popolazioni di insetti terricoli stanno diminuendo del 92% ogni anno, il che equivale a dire meno del 50% di insetti in 75 anni.
- Il numero degli insetti acquatici aumenta invece dell’1,08% all’anno, un incremento che gli scienziati attribuiscono alle misure efficaci di protezione degli ecosistemi acquatici negli ultimi 50 anni.
- In questo studio il declino degli insetti è strettamente collegato alla perdita dell’habitat.
Gli insetti occupano quasi ogni angolo del pianeta; svolgono di continuo ruoli funzionali e forniscono un numero di servizi troppo vasto per poterli nominare tutti. Eppure, stanno scomparendo.
Secondo il più grande studio mai condotto fino ad ora sulle popolazioni di insetti pubblicato su Science, le popolazioni di insetti terricoli stanno diminuendo dello 0,92% all’anno. Potrebbe sembrare una percentuale ridotta, ma è stata responsabile del significativo declino di insetti pari al 24% in 30 anni e al 50% in 75 anni.
Questo studio segue l’onda degli avvertimenti degli scienziati circa l’estinzione degli insetti in cui 30 scienziati provenienti da tutto il mondo hanno espresso una grande preoccupazione sul declino degli insetti a livello globale e hanno informato che stiamo spingendo molti ecosistemi oltre la soglia di recupero. Gli insetti, sostengono gli scienziati, forniscono dei servizi indispensabili agli ecosistemi e all’umanità che necessitano azioni urgenti da parte nostra per poterli preservare.
Come ha riferito Roel van Klink in una dichiarazione, primo autore di uno studio pubblicato su Science e scienziato presso il Centro tedesco per la Ricerca sulla Biodiversità Integrata (iDiv) e l’Università di Leipzig, “il declino degli insetti avviene in modo silenzioso e non ce ne accorgiamo da un anno con l’altro”.
“È come ritornare nel luogo in cui siete cresciuti. È solo perché non ci siete stati per anni che improvvisamente vi accorgete di quanto sia cambiato. E, troppo spesso, non è cambiato in meglio”.
Mentre il declino annuale degli insetti può essere in gran parte impercettibile, le persone hanno notato che sempre meno insetti sembrano schiantarsi sul loro parabrezza rispetto a qualche decennio fa. Questa osservazione aneddotica, soprannominata “il fenomeno del parabrezza”, è stata studiata in UK grazie a una ricerca sugli insetti condotta dagli stessi cittadini (citizen science insect research). Lo studio ha utilizzato una griglia standardizzata posizionata sopra le targhe delle auto per registrare il numero di insetti che si schiantavano. L’indagine ha rivelato che, in effetti, nel 2019 si sono schiantati il 50% in meno di insetti sulle targhe delle auto rispetto al 2004.
Eppure, mentre le popolazioni di insetti terricoli diminuiscono, il numero degli insetti che conducono la propria vita (o parte di essa) negli habitat di acqua dolce sta aumentando di circa l’1,08% all’anno. Questo andamento è più forte negli Stati Uniti occidentali e nel nord Europa dove gli scienziati credono che le iniziative per la depurazione delle acque e le leggi antinquinamento degli ultimi 50 anni possano essere responsabili di questo andamento positivo.
“Le popolazioni di insetti sono come ceppi di legno che vengono spinti sott’acqua”, ha affermato van Klink. “Nonostante il nostro sforzo di spingerli sempre più in profondità, questi vogliono ritornare a galla. Possiamo però ridurre la pressione che esercitiamo su di essi in modo tale da farli rialzare. Gli insetti acquatici ci hanno mostrato come tutto questo sia possibile”.
Lo studio ha analizzato 1.676 siti a livello globale e ha mostrato che nonostante le tendenze generali riscontrate sulla terra e in acqua, le tendenze locali erano altamente variabili. Complessivamente, gli insetti se la cavavano meglio in aree meno impattate dall’essere umano.
Una limitazione della metanalisi messa in evidenza dagli scienziati è che la maggior parte dei dati provenivano da zone temperate del nord America e dell’Europa. I trend generali erano altamente influenzati dalle forti tendenze del nord America. Un altro punto debole dello studio è che i siti altamente disturbati erano scarsamente rappresentati. Più di un terzo dei dati provenivano da siti protetti. Altri studi recenti hanno riportato un declino degli insetti con un’incidenza annua dal 3% al 6%.
Nonostante gli autori non sono stati in grado di spiegare con esattezza il motivo per cui queste tendenze, sia positive che negative, sono comparse, hanno però trovato un’associazione tra il declino degli insetti e la perdita dell’habitat a causa soprattutto del fenomeno di urbanizzazione.
All’interno della serie di Mongabay “La Grande Moria degli Insetti”, la maggior parte dei 24 entomologi intervistati ha identificato nella perdita di habitat (specialmente a causa dell’espansione dell’agribusiness), nell’utilizzo di pesticidi e nel cambiamento climatico, le maggiori cause del declino degli insetti a livello globale. Le specie invasive, il sovrasfruttamento, l’inquinamento industriale, il dilavamento dovuto all’agricoltura e la grave perdita di piante commestibili per gli insetti si aggiungono alla lista dei responsabili del declino.
“Abbiamo assistito a una moria spaventosa, persino in molte aree protette. Ma abbiamo anche visto come in alcuni siti le farfalle continuino a prosperare”, ha affermato Ann Swengel, uno dei co-autori dello studio pubblicato su Science. È da 34 anni che Swengel studia le farfalle negli Stati Uniti e sottolinea la complessità dei risultati ottenuti così come ciò che questi significano per un’efficace gestione della loro conservazione.
“Ci vogliono molti anni e una quantità enorme di dati per poter comprendere i fallimenti e i successi, specie per specie e sito per sito. Molto è al di fuori del controllo da parte della singola persona, eppure le scelte che ognuno di noi prende in ciascun luogo contano davvero”.
Per saperne di più sul declino degli insetti, leggi la serie di inchieste di Mongabay “La Grande Moria degli Insetti”.
Immagine di apertura di un’osmia cornuta europea (Osmia cornuta) di Gabriele Rada.
Citazioni: van Klink, R., Bowler, D. E., Gongalsky, K. B., Swengel, A. B., Gentile, A., & Chase, J. M. (2020). Meta-analysis reveals declines in terrestrial but increases in freshwater insect abundances. Science, 368(6489), 417-420. doi:10.1126/science.aax9931
Liz Kimbrough è scrittrice per Mongabay. Potete trovarla su Twitter @lizkimbrough_
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2020/05/insects-decline-on-land-fare-better-in-water-study-finds/