- Uno studio pubblicato di recente dalla rivista Science fornisce dei suggerimenti a coloro che dovranno stabilire i nuovi obiettivi per la biodiversità alla Convenzione sulla Diversità Biologica (CDB) del 2021.
- I ricercatori chiedono ai negoziatori e ai policymaker della CBD di considerare tre aspetti fondamentali quando fisseranno i nuovi obiettivi per la biodiversità: tali obiettivi devono essere sfaccettati, sviluppati in maniera olistica e estremamente ambiziosi.
- “Nessuna perdita netta” di diversità è un esempio di obiettivo estremamente ambizioso. I suoi traguardi prevedono l’aumento di aree di ecosistemi naturali, la salvaguardia di specie importanti dal punto di vista culturale e la conservazione del 90% della diversità genetica del pianeta.
- Per cambiare rotta, gli obiettivi sulla biodiversità devono essere estremamente ambiziosi e unificati ed essere indirizzati a ecosistemi, specie, diversità genetica e ai contributi della natura all’umanità.
La Terra è nel bel mezzo della sua sesta estinzione di massa, che lascerà l’umanità in un periodo decisivo per la salvaguardia della biodiversità globale.
Secondo il rapporto della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) pubblicato a settembre, gli attori globali hanno mancato i 20 obiettivi per la tutela della biodiversità di Aichi, fissati nel 2010 dalla CBD per limitare la perdita di biodiversità.
Uno studio pubblicato di recente sulla rivista Science fornisce dei suggerimenti per stabilirne altri che siano sia solidi che realizzabili. Questi nuovi obiettivi per il 2030 e per il 2050 verranno messi a punto in occasione della quindicesima riunione della Conferenza delle Parti della CBD che si terrà in Cina nel 2021.
Il gruppo di ricercatori ha esaminato il progetto del Quadro sulla Biodiversità Globale post-2020. Basandosi su questa e altre proposte concernenti la biodiversità, gli scienziati incoraggiano negoziatori e policymaker della CBD a considerare tre punti fondamentali durante la stesura dei nuovi obiettivi sulla biodiversità.
Il primo punto prevede il riconoscimento dell’estrema complessità di questi temi: pertanto, andrebbero fissati obiettivi multipli e sfaccettati indirizzati a ecosistemi, specie, diversità genetica e ai contributi della natura all’umanità.
“Questo rapporto sottolinea che una rete di protezione non può concentrarsi su obiettivi semplicistici ed è assolutamente possibile stabilire traguardi multipli e collegati tra loro necessari per contrastare il degrado della natura,” scrive uno dei coautori dello studio, James Watson della Wildlife Conservation Society e dell’Università del Queensland, Australia.
Il secondo punto, proprio a causa di queste molteplici sfaccettature, raccomanda un approccio di tipo olistico e non isolato, in modo che molti obiettivi procedano di pari passo.
“Se le sfaccettature fossero contenute una dentro l’altra, come le matriosche russe, o quasi,” è scritto nell’articolo, “un singolo obiettivo conciso, che specifici un numero riguardante la più comprensiva di tutte, potrebbe coprire ciascuna di loro. Tuttavia, sebbene i vari aspetti della natura siano profondamente interconnessi, sono ben lontani dall’essere l’uno contenuto nell’altro.”
E per ultimo, a causa delle dimensioni della crisi della biodiversità, questi obiettivi devono essere estremamente ambiziosi e portati avanti in maniera integrata. Per esempio, un progetto vòlto a invertire un processo di estinzione, dovrà comprendere anche la salvaguardia della diversità genetica.
“Nessuna perdita netta” di diversità è un esempio di obiettivo estremamente ambizioso. I suoi traguardi prevedono l’aumento di aree di ecosistemi naturali, la salvaguardia di specie importanti dal punto di vista culturale e la conservazione del 90% della diversità genetica del pianeta.
Gli autori dello studio sostengono che i nuovi progetti della CBD sono migliorati, poiché contengono obiettivi “orientati al risultato” che possono essere suddivisi in traguardi. I traguardi possono essere valutati utilizzando indicatori più specifici e misurabili.
La sfida più grande, secondo lo studio, non sarà fissare questi obiettivi ma realizzarli. Parte del processo consiste nell’assicurarsi che risulti difficile speculare sul modo in cui essi sono scritti, che dovrà dunque risultare senza falle o punti deboli di formulazione. Il fattore chiave è affrontare le cause della perdita della biodiversità, comprese le pressioni sociali, economiche e politiche che stanno portando tale perdita.
“Speriamo che questo sia uno strumento utile durante le negoziazioni della CBD su una nuova strategia per la natura e per le persone,” scrive l’autore principale dell’articolo, Sandra Díaz della Córdoba National University in Argentina.
Quasi il 40% delle specie di piante è a rischio estinzione; più di 500 specie di vertebrati sono quasi estinte, e ne rimangono meno di 1.000; e, solo nei tropici americani, il numero delle specie è diminuito di più del 50% nel corso degli ultimi cinque secoli.
“Costruire una rete di protezione per la natura sufficientemente ambiziosa sarà la sfida più grande a livello globale”, afferma Díaz, “e, se non lo facciamo, lasceremo enormi problemi alle generazioni future.”
Citazioni:
Díaz, S., Zafra-Calvo, N., Purvis, A., Verburg, P. H., Obura, D., Leadley P., … Zanne, A. E. (2020). Set ambitious goals for biodiversity and sustainability. Science, 370(6515), 411-413. doi:10.1126/science.abe1530
Nel Banner: barriera corallina in Indonesia. Foto di by Grant Thomas / Coral Reef Image Bank.
Liz Kimbrough fa parte dello staff di Mongabay. La trovate su Twitter @lizkimbrough
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2020/10/ambitious-and-holistic-goals-key-to-saving-earths-biodiversity-study-says/