- La salvaguardia della natura in un’area può dirottare attività lesive, come il disboscamento illegale o l’estrazione mineraria, verso un’altra area: questo fenomeno è noto come leakage o spillover. Ma quanto è grande il problema?
- Una prima valutazione sistematica degli studi che hanno preso in esame gli effetti delle aree protette di tutto il pianeta sulle zone circostanti ha scoperto che meno del 12% mostrava evidenza di leakage o spillover, mentre la maggior parte (54%) ha diminuito la deforestazione nelle aree circostanti.
- Un altro studio ha scoperto che la maggior parte delle aree protette nell’Amazzonia brasiliana ha arrestato la deforestazione anche nelle foreste circostanti, suggerendo ancora che la deforestazione viene bloccata sia all’interno che al di fuori dei confini delle aree protette.
- Secondo gli esperti, i rollback ambientali e normativi che ammorbidiscono le restrizioni sull’uso del suolo, riducono i confini o che annullano completamente le protezioni in alcune aree rappresentano una minaccia per l’Amazzonia ben più grave del leakage: gli sforzi, dunque, si dovrebbero concentrare a mantenere invariate le aree protette, a migliorarne la gestione e a far rispettare le normative.
Per rallentare l’andamento delle estinzioni di massa e la crisi del clima è necessario proteggere la natura. Tuttavia, per quanto riguarda le aree protette, alcuni sostengono che la salvaguardia di un’area non fa che trasferire le attività lesive, come il disboscamento illegale o l’estrazione mineraria, in un’altra: questo fenomeno è noto come leakage o spillover. Fino a che punto è vero tutto ciò? E quanto è grande questo problema?
Carley Fuller, dottoranda all’Università della Tasmania, e i suoi colleghi si sono occupati in maniera approfondita dell’argomento, conducendo una prima valutazione sistematica degli studi che hanno preso in esame gli effetti delle aree protette sulle zone circostanti. Le loro conclusioni sono state pubblicate sulla rivista Global Ecology and Conservation.
Delle 2.575 aree protette esaminate, nei cui confini il tasso di deforestazione si è ridotto in maniera significativa, meno del 12% mostrava evidenza di leakage o spillover. La maggior parte (il 54%), invece, ha ridotto la deforestazione anche nelle aree circostanti (effetto noto come “blocco”), mentre il 33% non ha prodotto effetti misurabili.
“È alquanto sorprendente che le aree protette che hanno avuto un impatto all’interno dei propri confini abbiano avuto un impatto simile anche sulle aree non protette nelle immediate vicinanze,” ha dichiarato Fuller a Mongabay.
Fuller è giunta alla stessa conclusione quando si è concentrata sull’Amazzonia brasiliana. In uno studio distinto, pubblicato su Biological Conservation, Fuller e i suoi colleghi hanno preso in esame gli impatti dello spillover in aree protette istituite di recente in Brasile.
Grazie alle immagini satellitari, il team di ricerca ha calcolato il tasso di deforestazione in 91 aree protette statali (non indigene) tra il 2005 e il 2016 e lo ha messo a confronto con il tasso di deforestazione delle aree circostanti non protette.
La maggior parte delle aree protette brasiliane, in modo molto simile a quelle prese in esame nella valutazione globale, ha bloccato la deforestazione nella foresta circostante: ciò lascia intendere che le aree protette bloccano la deforestazione sia all’interno che al di fuori dei propri confini.
Sebbene lo studio non spieghi la motivazione di questo fenomeno, Fuller sostiene che, nel caso del Brasile, la rete di aree protette continue e collegate tra loro istituita tra il 2005 e il 2016 può aver dirottato molte opere di deforestazione verso un’altra direzione. Infatti, a suo dire, probabilmente la costruzione di strade illegali e di infrastrutture in un posto così sorvegliato non è sembrata conveniente.
Fuller suggerisce di monitorare il leakage, in particolare nei casi in cui un’area protetta può dirottare la deforestazione verso aree di gran valore dal punto di vista biologico, ecologico o di alto impatto e nel campo della contabilità del carbonio e di progetti internazionali (come i REDD+), in cui alcuni paesi ne pagano altri per ridurre la deforestazione allo scopo di compensare le proprie emissioni di carbonio. “In generale, ci sono problemi più importanti da risolvere.”
Il più grave è la perdita di protezione che subiscono intere aree.
“Non mi preoccuperei per l’entità (del leakage),” afferma Fuller, “soprattutto quando intere aree protette rischiano di essere declassificate.”
I cosiddetti “rollback,” dei veri e propri smantellamenti normativi che ammorbidiscono le restrizioni sull’uso del suolo, restringono i confini o che annullano completamente le protezioni in alcune aree, sono noti come eventi PADDD (eventi di declassamento, ridimensionamento e destituzione di un’area protetta). Eventi di PADDD sono in corso in Brasile (tracciati dal sito Brazilian PADDD) e in tutto il pianeta.
“Sappiamo che in Brasile gli eventi di PADDD rappresentano un problema sempre più serio, i cui rischi vengono aggravati da un tasso di deforestazione più alto all’interno delle aree protette” ha scritto Rachel Golden Kroner, membro del Moore Centre for Science per Conservation International, in una e-mail a Mongabay.
Infatti, secondo Kroner e le ricerche condotte dal suo team (pubblicate nel 2018 e nel 2020), maggiore è il tasso di deforestazione all’interno di un’area protetta, più alta è la probabilità che questa venga declassata o che perda completamente il proprio status.
“In generale, da questi studi emerge che la precarietà delle aree protette in Brasile rappresenta un problema più impellente del fenomeno del leakage,” afferma Kroner. “Le misure a breve termine dovrebbero sostenere la conservazione a lungo termine e migliorare la gestione e l’applicazione delle normative nelle aree protette già esistenti per contenere al meglio la deforestazione.”
Oltre al Brasile, Kroner e i suoi colleghi hanno tracciato i rolloback in materia di protezione ambientale che si sono verificati in tutto il pianeta durante la pandemia da COVID-19. L’analisi ne ha rilevati 64 in 22 paesi, avvenuti tra marzo 2021 e marzo 2021: questi rollback hanno riguardato il suolo, l’acqua, i diritti indigeni, i cambiamenti climatici e molto altro.
Vivid Economics ha stilato un rapporto simile che ha rivelato che i pacchetti di stimoli economici e politici dell’era COVID hanno molto spesso danneggiato la salvaguardia dell’ambiente, piuttosto che supportarla.
“I rollback non si sono fermati,” continua Kroner. “Paradossalmente, dato il legame tra la conservazione degli ecosistemi e la riduzione della diffusione di malattie zoonotiche, lo smantellamento di normative ambientali che conduce alla degradazione di un ecosistema potrebbe far aumentare il rischio di una futura pandemia…Dovremmo muoverci nella direzione opposta.”
Supportare le aree protette così come i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali rappresentano, secondo Kroner, degli investimenti vantaggiosi a favore dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e della salute pubblica.
“Credo che sia necessario proteggere gli habitat più vulnerabili e unici,” afferma Fuller. “Conservare le aree protette che sono già state individuate, l’alta qualità…questa è la priorità assoluta.”
Citazioni:
Fuller, C., Ondei, S., Brook, B. W., & Buettel, J. C. (2020). Protected-area planning in the Brazilian Amazon should prioritize additionality and permanence, not leakage mitigation. Biological Conservation, 248, 108673. doi:10.1016/j.biocon.2020.108673
Fuller, C., Ondei, S., Brook, B. W., & Buettel, J. C. (2019). First, do no harm: A systematic review of deforestation spillovers from protected areas. Global Ecology and Conservation, 18, e00591. doi:10.1016/j.gecco.2019.e00591
Keles, D., Delacote, P., Pfaff, A., Qin, S., & Mascia, M. B. (2020). What drives the erasure of protected areas? Evidence from across the Brazilian Amazon. Ecological Economics, 176, 106733. doi:10.1016/j.ecolecon.2020.106733
Tesfaw, A. T., Pfaff, A., Kroner, R. E. G., Qin, S., Medeiros, R., & Mascia, M. B. (2018). Land-use and land-cover change shape the sustainability and impacts of protected areas. Proceedings of the National Academy of Sciences, 115(9), 2084-2089. doi:10.1073/pnas.1716462115
L’immagine nel banner mostra il fiume Javari nel punto in cui stabilisce il confine tra Brasile e Perù ed è di Rhett A.Butler.
Liz Kimbrough è una giornalista che scrive per Mongabay. Seguitela su Twitter @lizkimbrough_
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2021/07/protected-areas-keep-adjacent-lands-safe-but-face-losing-their-own-protection/