- I partecipanti al Congresso mondiale sulla conservazione dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) hanno votato in modo massiccio a favore di una moratoria sull'estrazione mineraria in acque profonde, attività che secondo gli ambientalisti potrebbe causare danni irreparabili agli oceani.
- Nauru, Stato dell’Oceano Pacifico meridionale, ha recentemente fatto ricorso a una norma sul "preavviso di due anni", in base alla quale l'Autorità internazionale per i fondali marini (ISA) dovrebbe concedergli una licenza per l'avvio di attività estrattive a prescindere dalle normative elaborate entro tale termine di preavviso.
- Gli ambientalisti lamentano l’attuale scarsità o addirittura assenza di informazioni sugli effetti negativi per l'ambiente marino in acque profonde.
MARSIGLIA, Francia — I delegati presenti al vertice mondiale di quest’anno sulla tutela ambientale hanno votato in massa a favore di una mozione con cui vengono chieste una moratoria sulle attività estrattive in acque profonde e la riforma dell’Autorità internazionale per i fondali marini (ISA), organismo istituito tramite una convenzione dell’ONU e incaricato di regolamentare tali attività estrattive.
Ottantuno governi e agenzie governative che partecipano al Congresso mondiale sulla conservazione dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) hanno votato a favore della moratoria, presentata nella mozione 69, mentre 18 hanno votato contro e 28 si sono astenuti. Hanno votato a favore anche 577 ONG e organizzazioni della società civile, mentre solo 32 hanno votato contro e 35 si sono astenute.
Farah Obaidullah della Deep Sea Conservation Coalition (DSCC) ha definito l’approvazione della mozione un'”ottima notizia”.
“Siamo molto felici che sia stato manifestato… un sostegno così vigoroso in favore della mozione 69”, ha dichiarato a Mongabay in un’intervista. “Manda un messaggio forte e chiaro all’Autorità internazionale per i fondali marini sul fatto non esistono «licenze sociali» né alcun interesse di portata mondiale nello svolgimento di attività minerarie in acque profonde”.
Le attività estrattive in acque profonde influirebbero su tre tipi di habitat presenti negli abissi: piane abissali, montagne sottomarine e camini idrotermali. I sostenitori di tali attività minerarie affermano che l’estrazione in acque profonde avrebbe meno effetti negativi sulla biodiversità rispetto alle attività effettuate sulla terra ferma e che l’estrazione di minerali dai fondali marini è necessaria per sostenere lo sviluppo delle tecnologie relative alle energie rinnovabili, quali ad esempio le automobili elettriche. Una grande associazione di ambientalisti ed esperti scientifici sostiene tuttavia che l’estrazione mineraria in acque profonde creerebbe danni irreversibili agli habitat di tali ambienti e ad altre parti degli oceani come pure che, per l’acquisizione dei minerali necessari, le tecnologie per lo sfruttamento delle energie rinnovabili potrebbero essere basate su programmi di estrazione mineraria svolti sulla terra ferma e sul riciclaggio dei metalli.
Sebbene le attività estrattive in acque profonde non siano ancora iniziate, l’ISA ha già concesso 16 licenze per l’esplorazione mineraria nella zona di frattura Clarion Clipperton, regione dell’Oceano Pacifico orientale ritenuta una delle zone oceaniche più variegate dal punto di vista della biodiversità.
A giugno, lo Stato di Nauru, situato nel Pacifico meridionale, ha fatto ricorso a una norma che prevede un preavviso di due anni, al termine del quale l’ISA sarebbe tenuta a consentire a Nauru di iniziare le attività estrattive utilizzando, come quadro giuridico di riferimento, qualsiasi normativa in vigore entro la scadenza di tale periodo. Nauru finanzia una società controllata da un’impresa canadese in passato nota come DeepGreen la quale, poco tempo fa, è stata ufficialmente fusa con la Sustainable Opportunities Acquisition Corporation per formare la società The Metals Company, avente un valore di 2,9 miliardi di dollari.
Matthew Gianni della DSCC ha affermato che se le attività estrattive in acque profonde dovessero iniziare tra due anni, potrebbe verificarsi una “corsa all’oro” causata dal fatto che anche altri paesi e aziende cercherebbero di ottenere le licenze.
“Il problema principale sta nel fatto che se l’Autorità internazionale per i fondali marini autorizzasse l’estrazione mineraria, sarebbe poi quasi impossibile fermarla”, ha dichiarato a Mongabay in un’intervista in occasione del Congresso dell’IUCN svoltosi a Marsiglia. “Inoltre, se DeepGreen o altre aziende iniziassero l’estrazione mineraria, guadagnassero e iniziassero a pagare l’ISA per i diritti di sfruttamento… e il governo che la finanzia… altri governi e altre aziende sarebbero anch’essi invogliati a prendere parte a tale attività”.
In passato, oltre 450 esperti di politiche e scienze marine di 44 paesi diversi avevano firmato una dichiarazione con cui si chiedeva una moratoria sulle attività estrattive in acque profonde e si affermava che tale tipo di attività minerarie potrebbe danneggiare in modo sostanziale e irreparabile l’ecosistema in questi ambienti come pure che non sono state svolte ricerche scientifiche a sufficienza per comprendere appieno gli effetti negativi delle attività minerarie in acque profonde.
La Repubblica di Figi, Stato insulare del Pacifico meridionale, è uno dei paesi che ha votato a favore della mozione 69 per la moratoria sulle attività minerarie in acque profonde. Joshua Wycliffe, del ministero delle Vie navigabili e dell’ambiente delle Figi, ha dichiarato che la mozione rappresenterà un “segnale forte” da parte dell’IUCN ma che ad essa devono seguire atti concreti.
“Se non le farà seguito un’azione concreta, rimarrà solo lettera morta”, ha affermato Wycliffe a Mongabay durante un’intervista in occasione del Congresso dell’IUCN. “Dobbiamo dimostrare che è accompagnata da azioni. Dobbiamo fare qualcosa di concreto”.
Secondo Obaidullah, questa mozione è uno dei molti messaggi inviati all’ISA con cui viene dimostrato che il mondo non è d’accordo con l’avvio di attività estrattive in acque profonde. “[È un messaggio] forte e chiaro”, ha detto, “non dobbiamo affrettarci ad avviare nuove attività sconsiderate come quelle per l’estrazione mineraria in acque profonde”.
Immagine nel banner: un raro octopode del sottordine Cirrina (Grimpoteuthis sp.) utilizza le pinne poste su entrambi i lati della testa per spostarsi con grazia nell’acqua attorno a Deep Discoverer. Immagine gentilmente fornita dal Dipartimento per l’esplorazione e ricerca oceanica dell’agenzia federale statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration, “Discovering the Deep: Exploring Remote Pacific Marine Protected Aread” (NdT: “Alla scoperta degli abissi: esplorazione delle aree marine protette remote nel Pacifico”).
Elizabeth Claire Alberts è una scrittrice della redazione di Mongabay. Seguila su Twitter.@ECAlberts
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2021/09/deep-sea-mining-gets-a-resounding-rejection-from-conservation-authorities/