- Quando l'anno scorso è arrivato San Valentino, Romeo si è ritrovato senza un appuntamento. Questo perché Romeo è una rana d'acqua Sehuencas e, per quanto gli scienziati sapessero all'epoca, era l'ultimo membro superstite della sua specie. L'ultima volta che sembra abbia cercato una compagna è stato verso la fine del 2017.
- Così l'anno scorso, i team del Museo di Storia Naturale Alcide d'Orbigny e della ONG Global Wildlife Conservation hanno creato su Match.com un profilo per Romeo come mezzo per raccogliere fondi al fine di finanziare una spedizione nelle foreste nebulose della Bolivia alla ricerca di una Giulietta.
- Questa spedizione ha portato alla riscoperta della rana di Sehuencas in natura e alla raccolta di tre maschi e due femmine, tutti portati al Centro K'ayra per la ricerca e la conservazione degli anfibi minacciati del Museo di Storia Naturale Alcide d'Orbigny. Una volta terminato il periodo di quarantena, Romeo incontrerà finalmente la sua Giulietta - e la specie potrebbe salvarsi dall'orlo dell'estinzione.
Quando è arrivato San Valentino lo scorso anno, Romeo si è ritrovato senza un appuntamento. Questo perché Romeo è una rana d’acqua Sehuencas e, per quanto ne sapessero gli scienziati all’epoca, era l’ultimo membro superstite della sua specie. L’ultima volta che sembra abbia cercato una compagna è stato verso la fine del 2017.
La fortuna di Romeo è cambiata, perché i biologi in Bolivia gli hanno trovato una compagna – giusto in tempo per San Valentino di quest’anno – così come alcune altre rane d’acqua Sehuencas che intendono utilizzare per avviare un programma di riproduzione in cattività che potrebbe portare la specie a prosperare di nuovo in natura.
Quando Romeo è stato scoperto e raccolto dai biologi dieci anni fa, la rana di Sehuencas stava già affrontando gravi minacce alla sua sopravvivenza. Le specie di rane completamente acquatiche potevano essere trovate in abbondanza sul fondo dei piccoli corsi d’acqua, fiumi e stagni nelle foreste nebulose della Bolivia, ma gli effetti del cambiamento climatico, la perdita di habitat, le specie invasive, l’inquinamento e il chitride, il letale patogeno fungino acquatico, avevano già colpito duramente, causando un forte declino delle popolazioni di rane acquatiche e di molti altri anfibi della Bolivia, dell’Ecuador e del Perù.
La rana d’acqua Sehuencas (Telmatobius yuracare) è attualmente elencata come Vulnerabile nella Lista Rossa IUCN, ma la classificazione si basa su una valutazione dello stato di conservazione delle specie risalente al 2004. (Si può ascoltare il direttore generale della IUCN, Inger Andersen, discutere di come la Lista Rossa IUCN viene aggiornata nell’ultimo episodio di Mongabay Newcast.)

Dieci anni fa, gli scienziati avevano già provato, senza successo, a cercare altre rane Sehuencas per fare compagnia a Romeo, che attualmente vive in un acquario presso il Museo di Storia Naturale Alcide d’Orbigny nella città di Cochabamba, in Bolivia. L’insuccesso voleva dire che non potevano avviare un programma di allevamento per la conservazione e dare quindi alla specie una possibilità di sopravvivenza. Poi l’anno scorso, i team del Museo di Storia Naturale Alcide d’Orbigny e della ONG Global Wildlife Conservation hanno creato su Match.com un profilo per Romeo come mezzo per raccogliere fondi allo scopo di finanziare una spedizione nelle foreste nebulose della Bolivia alla ricerca di una Giulietta.
Quella spedizione ha portato alla riscoperta in natura della rana d’acqua Sehuencas e alla raccolta di tre maschi e due femmine, uno in fase adolescente ma gli altri di età riproduttiva matura. Le rane appena scoperte sono state portate al Centro di ricerca e conservazione degli anfibi minacciati K’ayra del Museo di Storia Naturale Alcide d’Orbigny, dove si trovano attualmente in quarantena per acclimatarsi al nuovo ambiente e ricevere cure per la malattia fungicida del chitride. Una volta terminato il periodo di quarantena, Romeo finalmente incontrerà la sua Giulietta – e la specie potrebbe salvarsi dall’orlo dell’estinzione.
Teresa Camacho Badani, direttrice del settore di erpetologia del museo, ha guidato la spedizione che ha riscoperto la rana d’acqua di Sehuencas allo stato brado. “È un sentimento incredibile sapere che grazie a tutti coloro che credono nel vero amore e hanno donato per San Valentino l’anno scorso, abbiamo già trovato una compagna per Romeo e possiamo progettare un programma di allevamento basandoci su più di una coppia”, ha detto Badani in una dichiarazione.
Fino a marzo Badani e il team di spedizione continueranno a cercare altri compagni per Romeo e Giulietta, cosa che li aiuterà a determinare se la specie esiste allo stato selvatico anche in altri luoghi e a conoscere meglio il loro habitat preferito. Queste conoscenze, a loro volta, potrebbero aiutare a escogitare un piano per restituire in futuro la prole di Romeo e Giulietta al suo ambiente naturale.

“Ora inizia il vero lavoro – sappiamo come curare con successo questa specie in cattività, ma ora impareremo la sua riproduzione, e allo stesso tempo torneremo sul campo per capire meglio se sono rimaste altre rane e se sì, quante, dove sono, e sapere di più sulle minacce che affrontano “, ha spiegato Badani. “Con questa conoscenza possiamo sviluppare strategie per mitigare le minacce all’habitat della specie, e contemporaneamente lavoriamo a un piano a lungo termine per riportare i futuri piccoli di Romeo nella loro casa selvatica, impedendo così l’estinzione della rana d’acqua di Sehuencas”.
Secondo gli scienziati del Museo di Storia Naturale Alcide d’Orbigny e Global Wildlife Conservation, le preoccupazioni sugli effetti conseguenti il rimuovere queste rane dalla popolazione selvatica sono compensate dallo stato di conservazione precaria della specie stessa.
“A questo punto, probabilmente ci sono troppe poche rane d’acqua in natura perché possano mantenere una popolazione vitale a lungo termine”, fanno notare i gruppi in una dichiarazione. “Gran parte del loro storico habitat è stato distrutto e il loro numero è fortemente influenzato dalle trote invasive che mangiano le loro uova e dalla mortale malattia chitridiomicosi. Il chitride sembra aver spazzato via tutte le rane da questi torrenti (non solo le rane acquatiche), quindi la priorità più alta per la conservazione è quella di salvare gli animali e attuare un programma di miglioramento della tutela in modo che un giorno, una volta mitigate le minacce, possiamo riportare questa specie in natura.”
I gruppi mirano a storie di successo nella conservazione, tra cui il rospo delle Baleari e il rospo dello spruzzo di Kihansi in Tanzania, come esempi di riproduzione in cattività e successiva reintroduzione, che sono parti integranti di strategie più grandi per aiutare le specie a recuperare in natura.
“Si corre sempre un rischio quando si prelevano animali dallo stato selvatico per costruire una popolazione “di garanzia”, e non è un passo da prendere alla leggera”, ha detto in una nota Chris Jordan, coordinatore della Central Wildlife and Tropical Andes della Global Wildlife Conservation.
La specie potrebbe andare persa se non interveniamo ora, quindi il rischio maggiore sarebbe non fare nulla, aggiunge Jordan: “Abbiamo una reale possibilità di salvare la rana d’acqua di Sehuencas – ripristinando una parte unica della diversità della vita che è il fondamento delle foreste della Bolivia e generando importanti informazioni su come ripristinare altre specie simili anche loro a grave rischio di estinzione”.
