- I dati di 650 dei più grandi ghiacciai della catena himalayana mostrano che il tasso di perdita di ghiaccio dal 2000 al 2016 è il doppio rispetto al periodo che va dal 1975 al 2000.
- Lo scioglimento dei ghiacci è aumentato da una media di 25 centimetri a 50 centimetri all'anno e questo è associato all'innalzamento delle temperature.
- I ricercatori hanno messo insieme una raccolta di dati che coprono un periodo di 40 anni con modellazione 3D, utilizzando immagini desecretate risalenti all'epoca della guerra fredda e foto satellitari più recenti.
- Si stima che 800 milioni di persone dipendano dal deflusso di acque dai ghiacciai dell'Himalaya per l'irrigazione, l'energia idroelettrica e l'acqua potabile, che potrebbero subire le conseguenze dell'aumento e della conseguente diminuzione dello scioglimento dei ghiacci.
Un nuovo studio mostra che i ghiacciai dell’Himalaya, che sono considerati il “terzo polo” del mondo a causa dell’enorme quantità di ghiaccio che contengono, tra il 2000 e il 2016 si sono sciolti al doppio della velocità rispetto a quanto accaduto dal 1975 al 2000.
Secondo lo studio pubblicato il 19 giugno sulla rivista Science Advances, l’aumento delle temperature è la causa principale dell’aumento della velocità con cui si stanno sciogliendo i ghiacciai.
In un’email a Mongabay, Joshua Maurer, ricercatore del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University di New York ha dichiarato che la perdita di ghiaccio nell’Himalaya è aumentata di velocità negli ultimi quarant’anni, e il tasso di perdita di ghiaccio che osserviamo va di pari passo con il riscaldamento atmosferico che si è verificato.
Per cercare di capire come si sono modificati i ghiacciai nel tempo, i ricercatori hanno studiato dati satellitari risalenti ad un periodo lungo 40 anni su India, Cina, Nepal e Bhutan, e hanno utilizzato anche immagini satellitari relative a una missione di spionaggio degli USA risalente alla Guerra Fredda, ottenute grazie a filmati e foto realizzate sull’Oceano Pacifico con aerei da combattimento a mezz’aria. Le informazioni ricavate da quella missione stanno ora aiutando gli scienziati a comprendere meglio un nuovo tipo di minaccia: lo scioglimento dei ghiacciai.
Il rapido scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya, che si stima contengano 600 miliardi di tonnellate di ghiaccio e che alimentano i principali sistemi fluviali perenni della regione, sta già portando a più frequenti e gravi inondazioni a valle. Circa 800 milioni di persone dipendono dal deflusso di acque dai ghiacciai per l’irrigazione, l’energia idroelettrica e l’acqua potabile. Questo andamento nella perdita di ghiaccio pone anche la minaccia relativa alla carenza di acqua che potrebbe verificarsi fra qualche decennio.
Tra il 2000 e il 2016, la temperatura media nella regione è stata di un grado superiore a quella del 1975-2000, che ha portato gli scienziati a concludere che il riscaldamento sia stato la causa della maggior parte dei cambiamenti osservati.
I ricercatori hanno utilizzato le immagini satellitari e si sono concentrati su 650 dei ghiacciai più grandi della regione e hanno sviluppato modelli 3D per individuare cambiamenti di altitudine. È stato scoperto che negli ultimi anni i ghiacciai hanno rilasciato circa 8 miliardi di tonnellate di acqua all’anno, una quantità che potrebbe riempire 3,2 milioni di piscine olimpioniche.
Per sviluppare questi modelli 3D, i ricercatori hanno dovuto sovrapporre almeno due foto dello stesso ghiacciaio. A questo scopo, è stato utile il programma di sorveglianza svolto dagli Stati Uniti.
Dal 1971 al 1986 gli Stati Uniti hanno portato avanti un programma satellitare con il nome in codice HEXAGON, nell’ambito del quale sono stati lanciati 20 satelliti da ricognizione con telecamere telescopiche a bordo. I rullini fotografici delle telecamere sono poi stati paracadutati di nuovo sulla Terra e intercettati a mezz’aria sull’Oceano Pacifico dai jet della US Air Force.
La missione è stata desecretata nel 2011, e con il 55-70% circa di sovrapposizione nelle immagini catturate, le fotografie di HEXAGON si sono rivelate preziose per monitorare la perdita di ghiaccio.
Per il 2000 in poi, i ricercatori hanno avuto accesso a immagini ottenute con satelliti e tecnologie più avanzate che hanno potuto registrare meglio i cambiamenti di altitudine. “Le immagini satellitari ci forniscono un periodo di osservazione più lungo, che ci permette di ottenere una stima più appropriata dell’andamento a lungo termine del cambiamento dei ghiacciai”, ha dichiarato Maurer.
Dalle loro ricostruzioni i ricercatori stimano che nel periodo di 25 anni che va dal 1975 al 2000, questi 650 ghiacciai abbiano perso una media di circa 25 centimetri di ghiaccio all’anno, contro i 50 che hanno perso dal 2000 alo 2016. Il riscaldamento si è intensificato negli anni ’90; tuttavia, i ghiacciai rispondono lentamente al cambiamento climatico.
Immagine banner di uno dei ghiacciai dello studio, il ghiacciaio Changri Nup, con il picco del Monte Everest visibile sullo sfondo a sinistra, per gentile concessione di Joshua Maurer.
Fonte:
Maurer, J. M., Schaefer, J. M., Rupper, S., & Corley, A. (2019). Acceleration of ice loss across the Himalayas over the past 40 years. Science Advances,5(6). doi:10.1126/sciadv.aav7266
Malavika Vyawahare scrive per Mongabay su temi riguardanti il Madagascar. Il suo username su Twitter è : @MalavikaVy
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/06/himalayan-glaciers-melting-twice-as-fast-in-recent-years-study-show/