- Una nuova ricerca ha scoperto che, a causa del riscaldamento globale, la fauna marina sta scomparendo dal proprio habitat due volte più rapidamente della fauna terrestre.
- Secondo lo studio, pubblicato alla fine del mese di aprile 2019 su Nature, la perdita di intere popolazioni di specie oceaniche non solo riduce la loro diversità genetica, ma potrebbe anche dare il via a una serie di conseguenze a catena su prede e predatori, alterando così interi ecosistemi marini.
- La maggiore vulnerabilità della fauna marina al riscaldamento globale potrebbe avere conseguenze significative per l'approvvigionamento alimentare e per l'economia delle popolazioni che dipendono dai prodotti ittici.
Una nuova ricerca ha scoperto che, a causa del riscaldamento globale, la fauna marina sta scomparendo dal proprio habitat due volte più rapidamente della fauna terrestre.
Secondo lo studio, pubblicato alla fine del mese di aprile 2019 su Nature, la perdita di intere popolazioni di specie oceaniche non solo riduce la loro diversità genetica, ma potrebbe anche dare il via a una serie di conseguenze a catena su prede e predatori, alterando così interi ecosistemi marini. La maggiore vulnerabilità della fauna marina al riscaldamento globale potrebbe avere conseguenze significative per l’approvvigionamento alimentare e per l’economia delle popolazioni che dipendono dai prodotti ittici.
Un team di ricercatori guidato da Malin Pinsky (professore associato presso il Dipartimento di Ecologia, Evoluzione e Risorse Naturali della Rutgers University-New Brunswick negli Stati Uniti) ha osservato la sensibilità al riscaldamento globale delle specie a sangue freddo marine e terrestri. I ricercatori hanno esaminato studi di tutto il mondo, per un totale di 88 specie marine e 294 specie terrestri, partendo dalle lucertole, fino ai ragni e ai pesci, per calcolare le condizioni “sicure” per ognuna di esse e determinare le temperature più rigide a cui sono sottoposte nei momenti più caldi dell’anno.
Pinsky e i co-autori hanno inoltre analizzato la capacità di ogni specie di sconfiggere il calore cercando rifugio nel loro habitat tipico. Hanno scoperto che le specie marine hanno maggiori probabilità di essere soggette a temperature che si avvicinano ai loro limiti termici. Contemporaneamente, molti animali terrestri, riescono a sfuggire al calore rifugiandosi sottoterra o riparandosi nella canopia forestale o in altre zone d’ombra, opzioni non disponibili per la maggior parte della fauna marina.
I ricercatori scrivono che il loro studio dimostra che: “ogni ora gli ectotermi marini sono soggetti a temperature corporee che si avvicinano di più ai loro limiti termici, rispetto a quelli degli ectotermi terrestri in tutte le latitudini, ma ciò si verifica solo se le specie terrestri possono accedere ai rifugi termici. Benché non si tratti di una previsione diretta del declino della popolazione, questo margine di sicurezza termica fornisce un indice dello stress fisiologico causato dal riscaldamento”. I ricercatori hanno anche stabilito che le estirpazioni locali collegate all’aumento delle temperature sono state “due volte più comuni sia nel mare che sulla terra, il che è in linea con gli inferiori margini di sicurezza termica marina”.
Per quanto riguarda le specie terrestri, tali margini sono stati rilevati nelle latitudini medie, dove le temperature corporee orarie erano le più calde, mentre quelli delle specie marine sono stati riscontrati in prossimità dell’equatore.
“Riteniamo che, globalmente, le specie marine scompaiano dai loro habitat a causa dell’aumento delle temperature e che ciò si verifichi il doppio rispetto a quelle terrestri”, queste le parole di Pinsky in una dichiarazione. “I risultati suggeriscono che saranno necessari nuovi sforzi per la tutela ambientale se l’oceano continuerà a sostenere il benessere, la nutrizione e le attività economiche dell’uomo”.
Nello studio, i ricercatori hanno osservato che gli ultimi eventi di estinzione causati da rapidi cambiamenti climatici si sono concentrati per lo più in corrispondenza di specifiche latitudini e determinati ecosistemi. Capire quali specie ed ecosistemi saranno colpiti più gravemente dall’attuale crisi climatica globale è quindi fondamentale per l’elaborazione di misure di tutela e di gestione per mitigare l’impatto sulla biodiversità terrestre.
“Secondo i nostri risultati, diversi processi aggraveranno la vulnerabilità termica in questi due regni”, scrivono gli autori. “Una maggiore sensibilità al riscaldamento e ritmi più elevati di colonizzazione nel regno marino suggeriscono che le estirpazioni saranno più frequenti e il ricambio delle specie più rapido. Al contrario, le specie terrestri sembrano più vulnerabili alla perdita di accesso ai rifugi termici, il che trasformerebbe la frammentazione degli habitat e i cambiamenti nell’uso del suolo in fattori critici nella perdita di specie terrestri”.
CITAZIONI
• Pinsky, M. L., Eikeset, A. M., McCauley, D. J., Payne, J. L., & Sunday, J. M. (2019). Greater vulnerability to warming of marine versus terrestrial ectotherms. Nature, 1. doi:10.1038/s41586-019-1132-4
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/05/climate-change-is-causing-marine-species-to-disappear-from-their-habitat-twice-as-fast-as-land-animals/