- Già 3000 anni fa, i nostri antenati trasformavano considerevolmente la superficie terrestre attraverso l’agricoltura e il pascolo del bestiame, secondo un nuovo studio che ha visto la co-llaborazione mondiale di oltre 250 archeologi esperti della materia.
- Tale massiccia collaborazione, denominata progetto ArchaeoGLOBE, ha consentito di ricos-truire per la prima volta un quadro globale delle trasformazioni che l’uomo ha effettuato sulla superficie terrestre da 10.000 anni fa fino al 1850.
- In base a tali stime sulla diffusione della agricoltura e del pascolo, fanno notare i ricercatori, l’uomo avrebbe significativamente trasformato il nostro pianeta prima di quanto suggerito da studi e dati recenti.
- Il dataset del progetto ArchaeoGLOBE, però, presenta alcune lacune nei dati e nella storia del nostro pianeta.
Basta guardarsi intorno per trovare esempi di come abbiamo modificato la superficie terrestre: strade, edifici, fattorie e piantagioni. Ma tale impatto umano così diffuso sarebbe un evento moderno? La risposta è no, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science.
Già 3000 anni fa, i nostri antenati rimuovevano le foreste trasformando considerevolmente la su-perficie terrestre attraverso l’agricoltura e il pascolo del bestiame, secondo un nuovo studio che ha visto la collaborazione di oltre 250 archeologi di tutto il mondo esperti della materia.
Normalmente gli archeologi si concentrano unicamente su una regione particolare e su un deter-minato periodo storico. Grazie alla massiccia collaborazione di archeologi in questo progetto de-nominato ArchaeoGLOBE, invece, si è per la prima volta potuto ricostruire la trasformazione glo-bale del nostro pianeta ad opera umana a partire da 10.000 anni fa, dunque molto prima delle rela-tive testimonianze scritte, fino al 1850, ovvero dopo la rivoluzione industriale.
‘Il nostro dataset ad accesso libero rappresenta il primo dataset globalmente coerente sull’utilizzo della terra nel corso di 10.000 anni che si basa sulle conoscenze di archeologi esperti della mate-ria’, ha dichiarato a Mongabay Erle Ellis, co-autrice dello studio e docente della Università del Maryland, nella Contea di Baltimora. E aggiunge: ‘Il nostro dataset descrive sia i modelli di co-noscenza globale nel tempo sia i tempi in cui emergono l’agricoltura, la pastorizia e l’urbanesimo e il declino dell’utilizzo della terra ai fini della caccia e della raccolta’.
Per ricostruire la storia dell’utilizzo umano della terra, i ricercatori hanno suddiviso la superficie terrestre in 146 regioni analitiche che si estendono lungo tutti i continenti ad eccezione della An-tartide. Successivamente, hanno inviato dei questionari ad oltre 1300 archeologi chiedendo il loro contributo sulla comprensione di come gli antichi popoli utilizzavano la terra di quelle regioni in 10 punti temporali diversi da 10.000 anni fa al 1850.
Basandosi sulle conoscenze locali dei 255 archeologi che hanno risposto alla richiesta di collabo-razione, i ricercatori hanno potuto tracciare degli ampi modelli storici globali.
Dieci mila anni fa ad esempio, le attività di caccia e di raccolta erano diffuse mentre l’agricoltura e la pastorizia o la pratica dell’allevamento di bestiame si erano affermate soltanto in alcune re-gioni dell’Asia sud-occidentale e del Mediterraneo.
Già 8.000 anni fa la pastorizia si era diffusa verso le regioni aride quali l’Africa settentrionale e l’Eurasia fino a diventare, 4.000 anni fa, pratica comune e diffusa in tutto il mondo. Anche alcune forme di agricoltura si erano propagate a circa metà delle regioni studiate e si erano già ulterior-mente diffuse 3.000 anni fa. Lungo lo stesso arco di tempo, declinavano invece le attività di caccia e di raccolta.
‘Una delle domande chiavi ancora in attesa di risposta è in che misura le attività di caccia e di raccolta hanno modificato il paesaggio del nostro pianeta attraverso i roghi, la propagazione di specie preferite e altre pratiche selettive’, ha affermato Ellis. E aggiunge: ‘Sebbene il nostro stu-dio confermi che l’utilizzo del terreno da parte dei cacciatori-raccoglitori fosse diffuso in gran parte del mondo già 10.000 anni fa, la portata delle modifiche apportate da loro sull’ambiente e le derivanti conseguenze locali e globali richiedono una ulteriore ricerca’.
Tali stime della diffusione dell’agricoltura e della pastorizia suggeriscono che l’uomo avrebbe trasformato il pianeta prima di quanto sostenuto in alcuni studi e dati recenti, affermano i ricerca-tori. Con ciò ci si riferisce al modello del Database Storico dell’Ambiente globale (HYDE), un noto database sul cambiamento nell’utilizzo della terra che gli scienziati hanno frequentemente usato per predire cambiamenti ambientali futuri.
‘I risultati principali non ci hanno del tutto sorpresi dal momento che gli archeologi hanno da sempre guardato in maniera critica alle attuali ricostruzioni storiche dell’utilizzo mondiale della terra basato sui modelli’, ha affermato Ellis, aggiungendo:’ tuttavia, ci ha sorpreso la conferma da parte degli archeologi esperti che l’agricoltura è emersa centinaia fino anche, in alcune regioni, migliaia di anni prima di quanto mostrato dal modello storico dell’utilizzo della terra maggior-mente usato dagli scienziati della Terra’.
Anche K. Anupama, una ricercatrice del laboratorio di Palinologia e Paleocologia dell’Istituto Francese di Pondicherry in India, ha definito tali risultati inaspettati.
‘Tradizionalmente le scienze della Terra e dell’Ecologia sono state sviluppate con una distinzione molto chiara su ciò che si intende per ‘natura’ e ‘sistemi naturali’, come cioè qualcosa di distinto da tutto ciò che è ‘umano’ o ‘di impatto e/o creazione umana’, ha affermato in una email Anupa-ma, che non ha preso parte allo studio. E ha aggiunto: ‘Per tanto tempo tale distinzione si è ri-flettuta nei presupposti sottesi ai modelli del sistema climatico e terrestre. Gli archeologi, gli sto-rici e gli umanisti in genere sono stati gli esperti in materia, nonostante i loro studi vengano eti-chettati come ‘qualitativi’. Questo studio, nonostante la sua metodologia manchi di robustezza, è encomiabile soprattutto per lo sforzo di costruire ponti interdisciplinari che finalmente aiuteranno a ricavare dei dati ‘quantitativi’ sull’utilizzo della terra, il che è fondamentale per l’elaborazione dei modelli che utilizzano i dati del passato per predire il futuro della Terra’.
Il dataset del Progetto ArchaeoGLOBE presenta soltanto una parte della storia del nostro pianeta. Vi sono ad esempio delle lacune geografiche nelle prove archeologiche. Molte regioni dell’Africa, dell’Asia sudorientale e dell’America meridionale non sono state abbastanza studiate in relazione all’utilizzo antico della terra. ‘Molti fattori interrelati sono responsabili della storia della ricerca in queste aree, tra cui le risorse e la formazione disponibili agli archeologi che studiano queste aree così come il tradizionale fulcro di studio archeologico sui ‘grandi siti monumentali’ che at-traggono i turisti’, ha dichiarato a Mongabay Lucas Stephens, che ha condotto lo studio mentre era studente dottorando dell’Università di Pensilvania e ricercatore post-dottorale dell’Università del Maryland, nella contea di Baltimora.
‘La collaborazione con archeologi di background non anglofono, inoltre, è stata di per se’ una sfi-da’, ha commentato Ellis.
‘Ci erano anche delle regioni in cui gli archeologi hanno usato diverse valutazioni delle storie di utilizzo della terra, con conseguente difficoltà nel trovare un consenso generale’, ha aggiunto. ‘Comunque sia, siamo nel complesso soddisfatti delle risposte molto positive ricevute da oltre 250 archeologi che hanno devoluto il loro tempo alla collaborazione del nostro progetto’.
Le prove sull’utilizzo passato della terra sono difficili da trovare, soprattutto su scala globale. Perciò, a prescindere dalle lacune di dati e dai preconcetti, il progetto ArchaeoGLOBE rappresenta ‘la prima approssimazione della storia globale dell’utilizzo della terra’, ha affermato Stephens.
‘L’IPCC [Intergovernmental Panel on Climate Change, ossia il Comitato Intergovernativo sul cambiamento climatico] ha recentemente pubblicato uno studio sull’utilizzo della terra, sulla pro-duzione alimentare e sul cambiamento climatico, sottolineando come queste siano questioni di fondamentale importanza per il futuro della Terra’, ha affermato Stephens. E ha aggiunto: ‘Vi è però anche una profonda storia di cambiamenti antropogenici del pianeta che deve ancora essere inclusa in maniera significativa in queste discussioni, il progetto ArchaeoGLOBE è un grande avanzamento in tal senso’.
Immagine del titolo di Val De Navarrés, País Valenciano, in Spagna, a cura di Michael Narton.
Citazioni
Stephens, L., Fuller, D., Boivin, N., Rick, T., Gauthier, N., Kay, A., … Ellis, E. (2019). Archaeological assessment reveals Earth’s early transformation through land use. Science, 365(6456), 897-902. doi:10.1126/science.aax1192x1192
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2019/08/humans-have-been-transforming-earth-for-thousands-of-years-study-says/