- Gli studiosi stimano che soltanto il 10% di tutte le specie presenti sulla Terra siano state descritte. Tra quelle più vicine alla nostra, cioè i mammiferi, si arriva all’80%, ma anche questo gruppo ben studiato custodisce ancora dei segreti.
- Secondo un nuovo modello predittivo, la maggior parte della diversità nascosta dei mammiferi è costituita da animali di piccole dimensioni come roditori e pipistrelli che occupano vasti areali e zone tropicali umide.
- I ricercatori hanno utilizzato l’apprendimento automatico e un supercomputer per analizzare un enorme insieme di dati globali dei tratti delle specie di mammiferi noti, i loro cicli biologici, la loro comparsa e più di 90.000 sequenze genetiche.
- Comprendere le differenze tra specie è importante per chi si occupa di protezione dell’ambiente, ma la vita possiede anche un valore intrinseco ed è quindi necessario riconoscere queste specie prima che si estinguano.
Una rana che sembra un cioccolatino, uno splendente pesce arcobaleno, e 14 esemplari di Crocidura lea sono stati aggiunti alla lista sempre crescente di specie “ignote alla scienza” negli ultimi mesi. Gli scienziati stimano che soltanto il 10% di tutte le specie presenti sulla Terra siano state descritte. Tra quelle più vicine alla nostra, cioè i mammiferi, si arriva all’80%, ma anche questo gruppo ben studiato custodisce ancora dei segreti.
Bryan Carstens, professore della Ohio State University, ha riferito a Mongabay “I mammiferi hanno ricevuto molta più attenzione da parte dei ricercatori di tante altre classi. Nonostante ciò, resta ancora circa il 20% di mammiferi da descrivere.”
Carstens e i colleghi hanno deciso di creare un modello per scoprire dove potrebbe nascondersi il 20% mancante. Il modello, dice, somiglia a quello usato da Netflix per consigliare nuovi film in base a quelli già visti.
Guidato da Danielle Parsons, della Ohio State University, il gruppo ha utilizzato l’apprendimento automatico e un supercomputer per analizzare un enorme insieme di dati globali dei tratti delle specie di mammiferi noti, i loro cicli biologici, la loro comparsa e più di 90.000 sequenze genetiche. L’analisi ha impegnato il supercomputer per 18 mesi. Con un computer portatile ci sarebbero voluti decenni.
Carstens ha affermato “Siamo stati gli unici abbastanza fuori di testa da provare a creare un modello.”
E che cosa hanno scoperto? Secondo il modello predittivo, la maggior parte della diversità nascosta dei mammiferi è costituita da animali di piccole dimensioni come roditori e pipistrelli che occupano vasti areali e zone tropicali umide.
Carstens ha affermato in un comunicato stampa “Sulla base della nostra analisi, una stima prudente vedrebbe centinaia di specie di mammiferi ancora in attesa di essere identificate”. La maggior parte di queste specie sconosciute appartengono probabilmente agli ordini dei Chiroptera (pipistrelli), Rodentia (roditori), ed Eulipotyphla (toporagni, talpe e ricci).
Questi risultati, pubblicati in Proceedings of the National Academy of Sciences, non sono ritenuti sorprendenti da Carstens, poiché i luoghi con clima tropicale umido sono quelli con maggiore biodiversità sulla Terra e perché gli animali di piccole dimensioni sono i più difficili da studiare.
In un comunicato stampa, Carstens ha affermato “I piccoli dettagli nell’aspetto di un animale sono molto più difficili da notare quando questo pesa 10 grammi rispetto a quando se ne sta osservando uno di dimensioni umane”.
Walter Jetz, professore di ecologia e biologia evolutiva alla Yale University, che non era coinvolto nello studio, ha raccontato a Mongabay che questo studio mette in luce l’importanza fondamentale della sintesi di dati su larga scala nella scoperta di nuovi animali.
Carstens afferma “Quello a cui si pensa comunemente quando si parla di scoprire una nuova specie è partire per una spedizione, magari una giungla, catturare qualcosa, guardarlo ed esclamare subito ‘Wow! Questo non si è mai visto!’. Ma non funziona così.”
Certe volte, un gruppo di animali apparentemente identici viene descritto come una specie quando in realtà si tratta di più specie diverse. Questo genere di diversità nascosta prende il nome di diversità criptica. Molte di queste specie criptiche, nuove per la scienza, vengono scoperte in laboratorio tramite l’analisi del DNA e un accurato confronto di scheletri ed esemplari.
Queste impercettibili differenze possono sembrare irrilevanti, ma la definizione di nuove specie è importante per chi si occupa di protezione dell’ambiente, afferma Carstens.
Nel 2018, per esempio, i suoi ricercatori hanno scoperto che una specie comune di pipistrello marrone in America del Nord era in realtà costituita da cinque specie diverse. Una di queste viveva solo in un’area ristretta, dandole la priorità in fatto di protezione. Carstens afferma ”Non si può proteggere una specie se non sappiamo della sua esistenza. Appena diamo un nome a una specie, questa acquisisce valore anche sul piano legale”.
Mostrare le varie sfumature della biodiversità aiuta gli studiosi a capire il modo in cui certe specie si adattano a ecosistemi urbani e naturali. Ben il 40% di tutte le specie di mammiferi nel mondo sono roditori, che è anche il gruppo in cui probabilmente si trova la maggior parte delle specie non descritte.
I roditori spargono i semi, fertilizzano il suolo e sono un elemento chiave della catena alimentare. Inoltre, sono “probabilmente la specie selvatica più popolosa, entrano in contatto con gli uomini e sono potenziali ricettacoli di zoonosi [malattie trasmesse dagli animali]” secondo una lettera del 2021 in Conservation Biology.
Chelsea Himsworth, responsabile regionale del Canadian Wildlife Health Cooperative, ha riferito a Mongabay nel 2021 “Viviamo a contatto con i roditori più che con qualsiasi altra specie selvatica, eppure ne sappiamo così poco”.
Tuttavia, Jetz afferma che, a prescindere dalla relazione con l’umanità, la vita possiede un valore intrinseco. È quindi necessario riconoscere queste specie prima che si estinguano. “C’è qualcosa di terribilmente immorale e disturbante nel modo in cui l’umanità porta alcune specie all’estinzione senza averle mai considerate o averne apprezzato l’esistenza.”
Citazioni:
Parsons, D. J., Pelletier, T. A., Wieringa, J. G., Duckett, D. J., & Carstens, B. C. (2022). Analysis of biodiversity data suggests that mammal species are hidden in predictable places. Proceedings of the National Academy of Sciences, 119(14), e2103400119. doi:10.1073/pnas.2103400119
Morales, A. E., & Carstens, B. C. (2018). Evidence that Myotis lucifugus “subspecies” are five nonsister species, despite gene flow. Systematic Biology, 67(5), 756-769. doi:10.1093/sysbio/syy010
Lacher Jr., T. E., Kennerley, R., Long, B., McCay, S., Roach, N. S., Turvey, S. T., & Young, R. P. (2021). Support for rodent ecology and conservation to advance zoonotic disease research. Conservation Biology, 35(4), 1061-1062. doi:10.1111/cobi.13763
Parsons, M. H., Jardine, C. M., Crowther, M. S., & Himsworth, C. G. (2020). Editorial: Trends in urban rodent monitoring and mitigation: Improving our understanding of population and disease ecology, surveillance and control. Frontiers in Ecology and Evolution, 7. doi:10.3389/fevo.2019.00522
Immagine di apertura: Myotis nimbaensis, una nuova specie di pipistrello descritta l’anno scorso sulla catena del Nimba in Africa occidentale. Foto di © Bat Conservation International.
Liz Kimbrough è scrittrice per Mongabay. Puoi trovarla su Twitter: @lizkimbrough
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2022/04/of-rats-and-bats-hundreds-of-mammal-species-still-unidentified-study-says/