- I ricercatori dell'Università del Queensland hanno esaminato il cosiddetto effetto "Allee" (AAE), una teoria secondo cui vi è un punto critico sotto il quale la possibilità che una specie si estingua aumenta esponenzialmente a causa dell'aumento dei prezzi delle specie rare, che incentiva la caccia.
- Grazie ai modelli matematici utilizzati per determinare quanto in fretta la popolazione selvatica potrebbe diminuire conseguentemente all'aumento dei prezzi di prodotti animali (dovuto alla scarsità degli animali stessi) i ricercatori hanno scoperto che la soglia critica proposta dalla teoria AAE potrebbe pericolosamente sottostimare il rischio di estinzione.
- Mentre queste scoperte sembrano mettere in discussione la sostenibilità biologica della caccia ai trofei, il dibattito su questo tipo di attività si concentra su questioni sociali ed economiche.
A Novembre l’organismo federale statunitense che si occupa della preservazione della fauna (U.S. Fish and Wildlife Service) ha annunciato la revoca del divieto di importazione di trofei di caccia di elefanti da Zambia e Zimbabwe, revoca che due giorni dopo è stata bloccata dal Presidente Donald Trump, come lui stesso ha reso noto su Twitter. Si tratta dell’ennesima scintilla di un dibattito che va avanti da anni.
I sostenitori di questo tipo di caccia ritengono che essa incentivi le popolazioni locali a salvaguardare particolari specie animali, grazie ai guadagni che essa contribuirebbe a generare, i quali, sempre secondo i fautori della caccia, potrebbero essere riutilizzati in attività conservazionistiche. Gli oppositori ribattono che non esiste una ricerca che dimostri la veridicità di tali convinzioni e che esistono comunque alternative migliori, come il turismo ecologico, i cui benefici sono tangibili e non si basano sull’uccisione di animali per divertimento.
Secondo Matthew Holden, uno studioso di matematica applicata presso l’Università del Queensland in Australia, il cui lavoro si concentra sul modo in cui il comportamento umano reagisce alle politiche ambientali e sul suo impatto sulle politiche di conservazione, ad oggi non abbiamo abbastanza elementi per determinare con certezza se la legalizzazione del trasporto di trofei di caccia di elefanti possa portare questi animali alla completa estinzione nel continente africano.
Lo studioso ha affermato che entrambe le parti in causa sembrano portare avanti argomentazioni logiche, ma in realtà si sa poco sul risvolto economico e sociale di questa attività, il che rappresenta un fattore di preoccupazione.
Holden è l’autore principale di uno studio pubblicato di recente nel Journal of Theoretical Biology, che aggiunge una nuova significativa dimensione al dibattito. Insieme ad un collega dell’Università del Queensland, Holden ha esaminato l’effetto Allee antropogenico, secondo cui l’estinzione di una specie può essere innescata dagli alti prezzi pagati dai consumatori per ottenere esemplari di specie selvatiche o prodotti animali, conseguentemente alla crescente irreperibilità di queste specie, a causa della caccia e di altri fattori.
“La nostra ricerca non si focalizza solo sugli elefanti e la caccia ai trofei”, scrive Holden, “ma sull’esistenza di un rapporto fra la rarità di una specie e il suo prezzo, una tendenza già riscontrata per quanto riguarda pesci, mammiferi e addirittura farfalle. Relazioni di questo tipo possono essere estremamente dannose per le popolazioni animali”.
Secondo la suddetta teoria (AAE) esiste una soglia critica del livello di popolazione animale al di sotto della quale la probabilità di estinzione di una specie aumenta in modo considerevole. “Secondo le teorie passate, se il prezzo dei prodotti animali dovesse impennarsi con il declino della popolazione selvatica, ciò creerebbe un incentivo monetario per la vendita di tali prodotti”, afferma Holden. “Di conseguenza a causa di una più intensa caccia morirebbero più animali, il che farebbe salire ancora di più i prezzi, in un circolo vizioso che terminerebbe solo con l’estinzione”.
Grazie ai modelli matematici utilizzati per determinare quanto in fretta la popolazione selvatica potrebbe diminuire conseguentemente all’aumento dei prezzi di prodotti animali (dovuto alla scarsità degli animali stessi) i ricercatori hanno scoperto che la soglia critica proposta dalla teoria AAE può pericolosamente sottostimare il rischio di estinzione.
Nell’articolo di Holden si legge quanto segue:”La nostra analisi mostra che questa soglia può essere molto più alta di quanto suggerisca la teoria originale, in base alla quantità di esemplari che vengono cacciati in un primo momento.”È ancora più allarmante che anche specie con un livello di popolazione maggiore rispetto alla soglia di Allee, che secondo questa teoria dovrebbero sopravvivere, potrebbero invece estinguersi”. “L’introduzione di un prezzo minimo per gli esemplari cacciati, anche se di poco superiore allo zero, può far sì che anche grandi popolazioni di animali superino la classica soglia di Allee, e si avviino verso l’estinzione. Questi risultati evidenziano come il tradizionale approccio basato sulla teoria AAE possa erroneamente portare ad un falso senso di sicurezza quando si tratta della gestione di grandi popolazioni di specie cacciate.”
Sebbene queste scoperte sembrino mettere in discussione la sostenibilità biologica della caccia ai trofei e del libero commercio e trasporto di animali cacciati e di parti di essi, il dibattito in corso si concentra sui risvolti sociali ed economici. Per esempio, secondo un rapporto del 2015 della ONG statunitense “Safari Club International” (SCI), una delle maggiori organizzazioni a difesa della caccia ai trofei di tutto il mondo, questa attività porterebbe ogni anno un introito di 426 milioni di dollari alle economie di Botswana, Etiopia, Mozambico, Namibia, Sudafrica, Tanzania, Zambia e Zimbabwe, creando anche più di 53 400 posti di lavoro.
Tuttavia un rapporto successivo rilasciato dalla Humane Society International, la sezione internazionale della Humane Society con sede a Washington D.C., ha esaminato tali rivendicazioni e ha ribattuto sostenendo che la SCI avrebbe esageratamente sopravvalutato il contributo della caccia alle economie degli otto paesi africani chiamati in causa, e che rispetto agli introiti portati dal turismo, le cifre relative alla caccia ai trofei sarebbero insignificanti.
Il fatto che anche le grandi popolazioni animali generalmente considerate al sicuro dall’estinzione possono in realtà essere minacciate dall’attività della caccia ai trofei, deve sicuramente essere tenuto in considerazione dagli addetti ai lavori del già menzionato U.S. Fish and Wildlife Service, che stanno valutando se permettere o meno ai cacciatori sportivi di riportare in patria i propri trofei. Ciò costituirebbe senza dubbio un incentivo alla caccia e potrebbe possibilmente innescare ciò che Holden identifica come un “circolo vizioso verso l’estinzione”..
“Il nostro studio dimostra che questo processo può mettersi in atto anche quando la popolazione è molto più grande di quanto si pensasse in precedenza”, ha affermato lo studioso. “Suggerisce che grandi popolazioni di animali generalmente considerate al sicuro dal rischio dell’estinzione, potrebbero in realtà essere in pericolo. E anche gli elefanti, la cui popolazione è abbondante, potrebbero rientrare in questa categoria”.
Fonte
- Holden, M. H., & McDonald-Madden, E. (2017). High prices for rare species can drive large populations extinct: the anthropogenic Allee effect revisited. arXiv preprint arXiv:1703.06736. doi:10.1016/j.jtbi.2017.06.019