- I ricercatori hanno aggiunto 18 nuove specie alla famiglia dei ragni pellicano; in questo modo, il totale delle specie appartenenti a quelle già note (Eriauchenius Madagascarchaea) ammonta a 26.
- I ragni pellicano sono dotati di speciali adattamenti dal punto di vista fisico e comportamentale che consentono loro di cacciare altri ragni.
- Le nuove specie sono state scoperte nelle foreste del Madagascar tramite un'analisi sui campioni museali raccolti in precedenza.
- Attualmente il Madagascar è oggetto di una deforestazione massiccia. Secondo i ricercatori, la perdita delle foreste mette a repentaglio le nuove specie di ragno pellicano, che rischiano di estinguersi come tante altre specie.
Dotati di un “collo” lungo e aguzzo e di un apparato boccale assomigliante a delle zanne, i ragni pellicano vanno a caccia di prede particolari: altri ragni. Oggi, grazie a uno studio pubblicato recentemente sulla rivista online ZooKeys, è stato possibile far conoscere 18 nuove specie a tutto il mondo. Secondo i ricercatori, c’è ancora tanto da scoprire nelle foreste uniche e isolate del Madagascar, ma a destare preoccupazione è la dilagante deforestazione che potrebbe far scomparire i ragni prima della loro scoperta.
I ragni pellicano sono originari del Madagascar, del Sud Africa e dell’Australia. Hanno abitudini notturne e danno la caccia agli altri ragni col favore delle tenebre, seguendo le ragnatele dell’ignara preda. Una volta avvicinatosi, il ragno pellicano uccide la sua vittima infilzandola con le sue zanne; il lungo “collo” mantiene il cacciatore a distanza di sicurezza, nel caso in cui l’altro ragno opponga resistenza.
Conosciuti come “fossili viventi” perché quelli attuali sono cambiati pochissimo rispetto agli antenati vissuti 50 milioni di anni fa (attualmente conservati nell’ambra), i ragni pellicano sono stati oggetto di pochi studi dalla scoperta del primo esemplare, avvenuta in Madagascar a fine Ottocento.
Hannah Wood, curatore della sezione dedicata agli aracnidi (ragni e scorpioni) e ai mirapodi (millepiedi e simili) presso il National Museum of Natural History dello Smithsonian, ha intenzione di cambiare questa situazione. Insieme al collega Nikolaj Scharff, si è concentrata sui generi Eriauchenius e Madagascarchaea, sia esaminando i campioni museali, sia recandosi in Madagascar per vedere cosa si sarebbe potuto scoprire nelle uniche foreste dell’isola.
Wood e Scharff hanno studiato centinaia di ragni che hanno raggruppato in 26 specie diverse. Di queste 26 specie, 18 erano sconosciute: una scoperta non del tutto inaspettata.
Queste le parole della Wood: “Non ero sorpresa: sapevamo molto poco sulle varietà totali di aracnidi e soprattutto in una zona come il Madagascar, ritengo che la maggior parte di artropodi di piccole dimensioni appartenga a una nuova specie”. Mentre gli operatori sul campo continuano a raccogliere più campioni in Madagascar, la Wood ritiene che verranno scoperti molti altri ragni pellicano, ma avverte che questi artropodi sconosciuti sono in pericolo. Attualmente il Madagascar è oggetto di una dilagante deforestazione, alimentata dal taglio e trasporto del legname, dall’attività estrattiva e dall’espansione agricola. I dati satellitari dell’Università del Maryland mostrano che la perdita della copertura forestale del Madagascar è più che raddoppiata tra il 2012 e il 2013 e da allora il livello si mantiene elevato. In totale, l’isola ha perso più di 27000 km quadrati (il 16 %) della sua copertura forestale tra il 2001 e il 2016.
Circa il 5% della superficie del Madagascar è ufficialmente protetta. Per questi luoghi il rischio di deforestazione è minore, ma la minaccia persiste. Le aree protette ricoprono la maggior parte delle Intact Forest Landscapes (IFL) – aree di habitat naturali inalterate e interdipendenti, abbastanza da mantenere i livelli originali di biodiversità. Ma anche queste zone si stanno riducendo: tra il 2001 e il 2013 la foresta tradizionale ha perso circa 466 km quadrati.
Oltre a questi nuovi ragni pellicano, le foreste del Madagascar ospitano una gamma unica di piante e animali, molti dei quali non si trovano in nessun’altra parte del mondo. Dai caratteristici lemuri al camaleonte più piccolo del mondo, scienziati e ambientalisti temono per la sorte della fauna del Madagascar nel caso in cui le foreste continuassero a ridursi alla velocità attuale.
La Wood esprime il proprio interessamento nei confronti dei ragni pellicano, affermando che la loro vulnerabilità al cambiamento di habitat è per lei fonte di preoccupazione per il futuro di queste nuove specie.
“Per la maggior parte di esse la perdita delle foreste in cui vivono equivale all’estinzione”, afferma la Wood. “Queste specie si trovano principalmente nelle foreste incontaminate, in gruppi molto piccoli: ad esempio una specie vive solo ed esclusivamente in cima a una montagna. Queste caratteristiche fanno sì che tali specie siano suscettibili all’estinzione”.
Banner: Zephyrarchaea barrettae dello Stirling Range National Park, Australia occidentale. Foto per gentile concessione di Michael G. Rix and Mark S. Harvey, Western Australia Museum via Wikimedia Commons (CC BY 3.0)
Citazioni:
- Wood, H. M., & Scharff, N. (2018). A review of the Madagascan pelican spiders of the genera Eriauchenius O. Pickard-Cambridge, 1881 and Madagascarchaea gen. n.(Araneae, Archaeidae). ZooKeys, 727, 1.
- Hansen, M. C., P. V. Potapov, R. Moore, M. Hancher, S. A. Turubanova, A. Tyukavina, D. Thau, S. V. Stehman, S. J. Goetz, T. R. Loveland, A. Kommareddy, A. Egorov, L. Chini, C. O. Justice, and J. R. G. Townshend. 2013. “High-Resolution Global Maps of 21st-Century Forest Cover Change.” Science 342 (15 November): 850–53. Data available on-line from:http://earthenginepartners.appspot.com/science-2013-global-forest. Accessed through Global Forest Watch on February 6, 2018. www.globalforestwatch.org
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