- Il bracconaggio delle lontre (specialmente quelle giovani) destinato al commercio online di animali domestici è molto diffuso nel sud-est asiatico, infatti rappresenta una nuova, grande minaccia per la sopravvivenza degli esemplari autoctoni.
- L'8 giugno 2018 TRAFFIC, la rete di monitoraggio del commercio della fauna e della flora selvatiche, insieme al Gruppo Specialistico Lontra dell'IUCN/SSC ha pubblicato un report che descrive i risultati di uno studio di due anni sulla scoperta della vendita di centinaia di lontre su Facebook e altre piattaforme online. La vendita di giovani esemplari di lontra ha registrato numeri importanti: secondo tale report, oltre il 70% presente online aveva meno di un anno.
- Quest'ultimo ha inoltre individuato il motivo principale per cui lo sfruttamento illegale delle lontre si è diffuso online: la mancanza di norme nazionali efficaci per la protezione di queste specie in molti dei Paesi oggetto di studio.
Il bracconaggio delle lontre (specialmente quelle giovani) per il commercio online di animali domestici è molto diffuso nel sud-est asiatico, infatti rappresenta una nuova, grande minaccia per la sopravvivenza degli esemplari autoctoni.
L’8 giugno 2018 TRAFFIC, la rete di monitoraggio del commercio della fauna e della flora selvatiche, insieme al Gruppo Specialistico Lontra dell’IUCN/SSC (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), ha pubblicato un report che descrive i risultati di uno studio di due anni sulla scoperta della vendita di centinaia di lontre su Facebook e altre piattaforme online. La vendita di giovani esemplari di lontra ha registrato numeri importanti: secondo tale report, oltre il 70% presente online aveva meno di un anno.
Il sud-est asiatico ospita quattro specie di lontra: quella europea (Lutra lutra), quella dal naso peloso (Lutra sumatrana), quella dalle piccole unghie orientale (Aonyx cinereus) e la lontra liscia (Lutrogale perspicillata). Secondo il report, “mentre le informazioni sulla presenza di tutte e quattro le specie in questa regione sono scarse, in generale si ritiene che la popolazione sia in calo a causa della perdita progressiva dell’habitat adatto, delle ripercussioni dei pesticidi sui biomi di tipo umido e dei conflitti uomo-lontra dovuti alla minaccia (vera o presunta) per la pesca locale e commerciale”.
Il bracconaggio delle lontre per il commercio online di animali da compagnia può essere aggiunto alla lista delle principali minacce; secondo il report, infatti, tale pratica rappresenta “la minaccia più grande per la sopravvivenza delle lontre”. Queste ultime sono richieste sia come animali domestici che per la pelliccia e le loro parti, utilizzate nelle pratiche della medicina tradizionale.
Tra agosto 2015 e dicembre 2017, i ricercatori di TRAFFIC e del Gruppo Specialistico Lontra dell’IUCN/SSC hanno monitorato la vendita online di lontre in Indonesia, Malaysia, nelle Filippine e in Thailandia per un’ora a settimana. In quell’arco di tempo sono state scoperte almeno 560 inserzioni pubblicitarie in cui venivano messe in vendita tra le 734 e le 1189 lontre. La maggior parte di esse (più di 700) si trovava in Indonesia e poco più di 200 in Thailandia. Per quanto riguarda le Filippine, si tratta dell’unico Paese in cui lo studio non ha riscontrato nessuna inserzione di vendita.
“Il fatto che tantissime lontre possano essere acquistate e messe in vendita così facilmente a portata di click e che il tutto sia soggetto a poche norme o a nessuna regolamentazione, è un problema grave”, ha dichiarato Kanitha Krishnasamy, vicedirettrice di TRAFFIC nel sud-est asiatico.
I ricercatori (nonché autori) del report hanno anche analizzato i dati relativi a 13 diversi sequestri di lontre avvenuti nella regione tra agosto 2015 e dicembre 2017, in cui le autorità hanno confiscato 59 esemplari vivi. Ancora una volta, Indonesia e Thailandia erano le principali responsabili, seguite da Malaysia e Vietnam.
Indonesia e Thailandia sono state quindi identificate come Paesi in cui la domanda-offerta di lontre è la più alta del sud-est asiatico e sembrerebbero dei centri nevralgici per la loro esportazione in Giappone: secondo il report, i dati relativi ai sequestri mostrano che il Giappone è stato la destinazione per almeno 32 lontre dalle piccole unghie contrabbandate dalla Thailandia.
Il motivo principale della diffusione online dello sfruttamento illegale delle lontre è la mancanza di norme nazionali efficaci per la protezione di queste specie in molti dei Paesi oggetto di studio. Secondo Krishnasamy “una normativa nazionale poco efficace ostacola l’applicazione della legge e il diffuso commercio di lontre online mette a repentaglio la sopravvivenza delle popolazioni selvatiche rimanenti nel sud-est asiatico”.
La lontra dalle piccole unghie è particolarmente esposta al commercio online di animali da compagnia: nel corso dell’indagine condotta su internet, sono stati trovati almeno 700 esemplari in vendita, più di qualsiasi altra specie. La lontra dalle piccole unghie figura come vulnerabile sulla Lista Rossa IUCN a causa di minacce come la perdita di habitat e il bracconaggio. Secondo l’IUCN, negli ultimi trent’anni la popolazione delle specie nel sud-est asiatico è diminuita di oltre il 30% e continua a ridursi tuttora.
Nicole Duplaix, direttrice della commissione per la salvaguardia delle specie del Gruppo Specialistico Lontra dell’IUCN/SSC, si augura che il report sia un chiaro avvertimento per le autorità, affinché tengano a bada il commercio incontrollato dei giovani esemplari di lontra.
“Il commercio online di cuccioli di lontra molto piccoli destinati al traffico di animali domestici costituisce un’ulteriore preoccupazione”: queste le parole di Duplaix in una dichiarazione. “Il fascino di questi simpatici animali è innegabile, ma la crescita dei cuccioli di lontra è difficoltosa e sono predisposti alle stesse malattie di cani e gatti”.
Il report sollecita i governi del sud-est asiatico ad adottare leggi più severe che proteggano tutte e quattro le specie di lontre autoctone dallo sfruttamento e che puniscano la criminalità online contro flora e fauna; inoltre suggerisce loro di collaborare con le ONG che si occupano di conservazione ambientale per educare i consumatori sulle minacce relative alla sopravvivenza delle lontre, così da ridurre la loro richiesta come animali domestici.