- Nove giurisdizioni - Canada, Norvegia, Russia, Stati Uniti, Cina, Islanda, Giappone, Corea del Sud, Danimarca (compresa la Groenlandia e le Isole Faroe) e l'Unione europea - hanno firmato un accordo legalmente vincolante che vieta, per almeno 16 anni, la pesca commerciale nelle zone d'alto mare del Mar Glaciale Artico Centrale, un'area di 2,8 milioni di chilometri quadrati, circa le dimensioni del Mar Mediterraneo.
- Come parte dell'accordo, i firmatari si sono impegnati in un programma congiunto di ricerca scientifica e monitoraggio per comprendere meglio il mutevole ecosistema artico e determinare il potenziale della regione per garantire in futuro eventuali attività di pesca commerciali e sostenibili.
- La moratoria coprirà inizialmente un arco di tempo di 16 anni, ma potrà essere estesa per ulteriori incrementi di cinque anni, se le parti si impegnano a farlo.
Con la copertura di ghiaccio dell’Artico che si sta sciogliendo sempre di più, lasciando l’oceano senza ghiaccio per lunghi periodi di tempo, si aprono nuove rotte di navigazione e quindi, la strada a future attività commerciali. Tuttavia, in base a un nuovo accordo, la pesca commerciale sarà vietata in una grande parte del Mar Glaciale Artico centrale come misura precauzionale per almeno 16 anni dalla sua entrata in vigore.
Dopo diversi anni di negoziati, il 3 ottobre, nove giurisdizioni – Canada, Norvegia, Russia, Stati Uniti, Cina, Islanda, Giappone, Corea del Sud, Danimarca (inclusa la Groenlandia e le Isole Faroe) e l’Unione Europea – hanno firmato l’accordo legalmente vincolante “Agreement to Prevent Unregulated High Seas Fisheries in the Central Arctic Oceana” a Ilulissat, Groenlandia.
Mentre nel Mar Glaciale Artico centrale attualmente non vi sono attività di pesca, l’innalzamento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacci potrebbero rendere presto fattibile questa possibilità. L’accordo vieta la pesca commerciale nelle zone d’alto mare del Mar centrale dell’Artico, un’area di 2,8 milioni di chilometri quadrati, circa le dimensioni del Mar Mediterraneo, finché non verrà raggiunta una maggiore conoscenza scientifica della fauna ittica nella regione.
Come previsto dall’accordo, le parti firmatarie hanno concordato una moratoria di 16 anni e si sono impegnate in un programma di ricerca e monitoraggio scientifico congiunto per comprendere meglio il mutevole ecosistema artico e determinare il potenziale della regione per attività di pesca commerciali e sostenibili in futuro. La moratoria coprirà inizialmente un arco di tempo di 16 anni, che però potrà essere esteso in incrementi di cinque anni, se le parti si impegneranno a farlo.
“Durante questo periodo, la regione sarà protetta dalla pesca non regolamentata, mentre scienziati e responsabili politici svilupperanno le strutture e i controlli necessari per garantire che ogni attività di pesca sia ecologicamente sostenibile”, ha dichiarato in una nota, Steve Ganey, direttore senior dei programmi di terra e oceano del Pew Charitable Trust, organizzazione non profit con sede negli Stati uniti.
I cinque Paesi confinanti con le zone d’alto mare – Stati Uniti, Canada, Danimarca, Norvegia e Russia – vedono l’accordo principalmente come un mezzo per garantire che nessuna pesca in alto mare mini la sicurezza delle risorse naturali che si trovano sotto la loro giurisdizione, ha spiegato Ganey. “E per i Paesi al di fuori della regione artica, penso che stiano guardando al futuro e anticipando che un giorno, almeno potenzialmente, ci sarà la possibilità di una pesca commerciale”, ha continuato, “Firmare questo accordo ora, garantisce loro un posto al tavolo quando potrà essere negoziato un nuovo accordo che potrebbe autorizzare la pesca commerciale su una base sostenibile”.
Il Consiglio circumpolare Inuit, che rappresenta gli Inuit del Canada, Alaska, Groenlandia e della regione russa di Chukotka, fa parte dell’accordo.
“La diminuzione della copertura del ghiaccio sta influenzando gli stili di vita tradizionali delle popolazioni indigene del Nord del Canada, un fatto sottolineato dal Consiglio circumpolare Inuit durante la negoziazione di questo accordo”, ha dichiarato in una nota il Governo canadese. “Le popolazioni indigene continueranno a svolgere un ruolo fondamentale nell’attuazione di questo accordo e le loro conoscenze tradizionali costituiranno un’importante fonte di informazioni per andare avanti. Saranno coinvolti anche i Governi territoriali, l’industria della pesca e i gruppi ambientalisti”.
Il ministro della pesca della Danimarca, Eva Kjer Hansen, ha affermato in una dichiarazione che questa è la prima volta che un accordo sulla pesca entra in vigore per un’area così vasta ancor prima che la pesca fosse iniziata.
“E’ un evento storico”, ha detto Hansen. “Tra le altre cose, è importante che venga istituito un programma congiunto di ricerca scientifica e monitoraggio per garantire una solida base scientifica per la pesca sostenibile”.