- Secondo una nuova analisi del Cheetah Conservation Fund, tra il febbraio 2012 e il luglio 2018, sono stati complessivamente offerti in vendita 1.367 ghepardi tramite di 906 inserzioni sui social media. Quasi tutte le offerte di vendita di ghepardi che sono state oggetto di investigazioni risultano illegali.
- La sola piattaforma Instagram ha ospitato il 77 per cento delle inserzioni, seguita da 4sale, applicazione per dispositivi mobili creata in Kuwait, e YouTube.
- Dall'analisi è emerso che quasi tutte le inserzioni erano in qualche modo legate agli Stati del Golfo e che più del 62 per cento facevano riferimento a utenti in Arabia Saudita.
Stando a una nuova analisi pubblicata dal Cheetah Conservation Fund (CCF), gruppo di pressione e organizzazione no profit con sede in Namibia che si occupa di ricerca, i ghepardi continuano a essere contrabbandati attraverso le piattaforme dei social media.
Stando all’analisi, tra il febbraio 2012 e il luglio 2018, sono stati offerti in vendita complessivamente 1.367 ghepardi (Acinonyx jubatus) attraverso 906 inserzioni sui social media di cui il 77 per cento è stato pubblicato su Instagram. 4sale, applicazione per dispositivi mobili creata in Kuwait, e YouTube hanno ospitato l’11 per cento delle inserzioni.
Le popolazioni di ghepardi selvatici sono costituite attualmente da soli 7.100 esemplari, pari a un calo di oltre il 90 per cento dalla fine del XX secolo, e il contrabbando di animali rappresenta una minaccia incombente per la specie.
In un’e-mail, Patricia Tricorache, vicedirettrice per le comunicazioni strategiche e il contrabbando di fauna e flora selvatiche presso CCF, ha affermato: “che si tratti di vendite online o presso un mercato in cui si commerciano animali, la vendita di cuccioli di ghepardo può essere devastante per le popolazioni di esemplari selvatici nelle zone da cui sembrano provenire: Etiopia orientale, Somalia e Kenya settentrionale/Somaliland”. “Purtroppo non si hanno molte informazioni sulla quantità di ghepardi selvatici che vivono in tali aree, ma è probabile che siano costituite da poche centinaia di esemplari e che, se le nostre stime sono corrette, [stiano] rapidamente diminuendo (da tali aree, ogni anno vengono contrabbandati 300 cuccioli di ghepardo allo scopo di offrirli illegalmente in vendita negli Stati del Golfo come animali da compagnia). Molti altri muoiono”.
Il CCF ha iniziato a registrare i casi di contrabbando di ghepardi dopo aver soccorso due cuccioli di ghepardo che erano stati legati con delle corde in un ristorante etiope nel 2005. Quel caso ha attirato molta attenzione mediatica, seguita da diverse segnalazioni di ghepardi contrabbandati in Africa orientale e nel Medio Oriente.
“Ciò è quanto accaduto quando abbiamo capito che il commercio era più esteso di quando avremmo mai potuto immaginare”, ha affermato Tricorache. “Successivamente, abbiamo iniziato a ricevere segnalazioni di ghepardi offerti in vendita online e, sebbene molte di tali segnalazioni fossero evidenti frodi, ne abbiamo anche trovate molte che sembravano verosimili, così abbiamo iniziato a registrarle”.
Per determinare la portata del commercio online, CCF ha iniziato a monitorare e a compilare le offerte di ghepardi online nel 2012, quando sembrava che fosse stata creata la maggior parte degli account. Per ogni inserzione rilevata riguardante i ghepardi, il team ne ha scoperte molte altre analizzando i commenti.
“A volte mi trovavo con una decina di schede aperte sul browser”, ha dichiarato Tricorache. “Alcuni di tali account mostravano immagini con diversi cuccioli. Le immagini che sembravano reali, vale a dire non ricavate da Internet come nel caso delle truffe pubblicitarie, erano sia preoccupanti che struggenti, in quanto diversi cuccioli erano molto piccoli e sembravano in cattive condizioni di salute”.
Il numero di inserzioni online registrate, almeno su Instagram, YouTube e 4sale, ha toccato l’apice tra il 2014 e il 2016 e sembra che sia calato dal 2017. Non è tuttavia chiaro se il calo sia un’indicazione di una riduzione complessiva del commercio di ghepardi o se i venditori abbiano creato account privati oppure si siano spostati su piattaforme online attualmente non note.
Al giorno d’oggi, i ghepardi rientrano nell’elenco riportato nell’allegato I della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) e ciò significa che il commercio internazionale di tale specie è vietata. Tutte le offerte di vendita di ghepardi sui social media risultano illegali.
“Nessuna delle inserzioni che ho salvato indicano l’esistenza di permessi e, per quanto ricordi, nessuno parla di allevamento in cattività”, ha detto Tricorache. “Posso dirvi che se ci fossero stati permessi CITES, sarebbero nella banca dati sul commercio di CITES e non ho trovato alcuna informazione sul commercio legale in tali scambi all’infuori di alcuni a noi noti. Inoltre, l’allevamento in cattività di ghepardi è estremamente difficile, per cui gli allevatori legali non sarebbero in grado di soddisfare la domanda a giudicare dalla quantità rilevata di inserzioni sui ghepardi e dei proprietari di ghepardi”.
Dall’analisi delle inserzioni è emerso che quasi tutte erano in qualche modo legate agli Stati del Golfo. In particolare, più del 62 per cento delle inserzioni era in qualche modo legato all’Arabia Saudita per via del luogo dichiarato oppure dei numeri di telefono forniti dagli utenti o nelle inserzioni. Il resto delle offerte presentava riferimenti al Kuwait, agli Emirati Arabi Uniti e al Qatar. I principali quattro utenti che hanno pubblicizzato ghepardi sui loro account sembravano peraltro operare dall’Arabia Saudita.
Attualmente, nonostante il contrabbando di ghepardi sia vietato, le leggi sulla proprietà dei ghepardi in Medio Oriente non sono chiare.
“Negli Stati del Golfo, in cui i ghepardi e altri animali esotici sono molto richiesti come animali da compagnia, il commercio di ghepardi è illegale, ma le leggi sulla proprietà potrebbero non essere abbastanza chiare, fatta eccezione per gli Emirati Arabi Uniti, in cui è stata promulgata una nuova legge nel dicembre 2016 che proibisce la proprietà privata di animali esotici e pericolosi utilizzati come animali da compagnia”, ha dichiarato Tricorache. “In generale, il maggiore numero di annunci in qualche modo legati all’Arabia Saudita potrebbe essere semplicemente dovuto al fatto che si tratta del paese più grande dell’area e che è lo Stato del CCG [(Consiglio di cooperazione del Golfo)] con la popolazione più numerosa (più del triplo della popolazione degli Emirati Arabi Uniti, al secondo posto per numero di abitanti)”.
I ghepardi in Africa stanno già lottando per sopravvivere a causa della conversione del loro habitat erboso in terre destinate all’agricoltura e delle maggiori ostilità tra esseri umani e flora e fauna selvatiche. Il contrabbando di ghepardi non fa altro che aumentare le difficoltà e la minaccia incide maggiormente sulle popolazioni più piccole e frammentate per lo più in Africa Orientale, ha affermato Laurie Marker, fondatrice e direttrice esecutiva del CCF.
“Le popolazioni di ghepardo già vulnerabili, in particolare quelle in Etiopia e Somalia, sono a rischio di estinzione locale a causa della caccia di frodo per il contrabbando di animali da compagnia”, ha dichiarato.
Anche il possesso di ghepardi utilizzati come animali da compagnia non contribuisce alla conservazione della specie, ha aggiunto Tricorache.
“I ghepardi allevati in cattività fin da cuccioli — la maggior parte dei cuccioli vengono presi quando hanno solo 3 settimane — difficilmente saranno in grado di sopravvivere una volta tornati nel loro habitat naturale”, ha affermato. “Essendo stati allevati da esseri umani, andrebbero probabilmente alla ricerca di persone e verrebbero a crearsi situazioni ostili in cui potrebbero venire uccisi o essere di nuovo catturati allo scopo di essere venduti. Inoltre, i cuccioli sottratti alle loro madri sono solitamente trattati male. Tutti i cuccioli che abbiamo ricevuto a seguito di una confisca mostravano segni di maltrattamenti, causati dalla malnutrizione, dalla disidratazione o dagli abusi. Per molti, la confisca giunge troppo tardi.
“È importante anche che le persone che seguono sui social media i proprietari o i venditori di animali da compagnia esotici capiscano che molti di tali animali potrebbero essere stati acquistati illegalmente e che sostenere le loro inserzioni con Like serve solo a rendere il contrabbando di animali da compagnia più allettante per chi commercia in modo illegale”.
Immagine di un ghepardo nel banner di Rhett A. Butler/Mongabay.