- Restor è una piattaforma basata su mappe e open-source creata per aiutare le persone a pianificare, gestire e monitorare i progetti di ripristino ambientale. Sulla piattaforma sono registrate le località di più di 50.000 iniziative di ripristino ambientale e di conservazione.
- Gli utenti di Restor possono vedere immagini satellitari ad alta risoluzione di vari luoghi nel mondo per scoprire di più sul loro potenziale relativamente a ripristino ambientale e conservazione. Gli utenti possono anche vedere quali sono gli alberi autoctoni di una determinata località.
- Attualmente Restor sta raccogliendo dati da progetti di ripristino ambientale in tutto il mondo. Chiunque abbia un progetto può richiedere l'accesso al sito, dove può inserire dati sul progetto e sull'ecosistema.
- Clara Rowe, la CEO di Restor, spera che il progetto possa fornire le condizioni per portare avanti e accelerare il ripristino ecologico nel mondo, dando a tutti la possibilità di essere coinvolti.
Con tutti i problemi ambientali che ci sono al mondo, a volte è facile dimenticarsi che esistono anche molte soluzioni. Il mondo è pieno di persone che, in ogni paese, lavorano duramente per ripristinare la natura, e le idee innovative non mancano. Tuttavia, organizzare e avere una panoramica di tutto questo lavoro è un’impresa titanica, ma è la sfida raccolta dalla piattaforma online Restor.
Restor è una piattaforma basata sulle mappe e open-source che combina conoscenza sul campo, ricerca sugli ecosistemi e immagini satellitari per permettere alle persone di pianificare, gestire e monitorare i progetti di ripristino ambientale.
Su Restor sono ora registrati 50.000 siti in cui sono attive iniziative di conservazione e di ripristino ambientale, insieme a dati forniti da oltre 60.000 scienziati su parametri relativi all’ambiente come il clima, la temperatura, le precipitazioni, le piante e gli alberi autoctoni, le caratteristiche del suolo e altro.
“Restor renderà l’intero mondo della conservazione e del ripristino ambientale accessibile da qualsiasi smartphone”, ha commentato in un comunicato stampa Thomas Crowther, professore presso il Politecnico federale di Zurigo (ETH Zürich), e membro del gruppo che lo ha sviluppato. “Abbiamo pensato a una sorta di Google Earth che possa fare da guida agli interventi di ripristino ambientale in tutti gli ecosistemi della Terra”.
L’idea all’origine della piattaforma è nata nel 2017 all’interno del Crowther Lab presso il Politecnico federale di Zurigo, dove i ricercatori creano mappe degli ecosistemi del mondo utilizzando modelli di machine learning, dati provenienti direttamente dal campo, immagini satellitari e informazioni ambientali. Nel 2020, in collaborazione con Google, Crowther Lab ha iniziato a lavorare con scienziati, comunità e gruppi ambientalisti per espandere Restor e renderlo una piattaforma online consultabile. Con sede in Svizzera, Restor si è costituita in organizzazione ed è di proprietà di una fondazione di beneficenza.
“Restor combina networking, monitoraggio e scambio di informazioni in un’unica piattaforma visiva dinamica e completa, colmando un’enorme lacuna nella pratica di ripristino degli ecosistemi in tutto il mondo”, ha riferito a Mongabay Robin Chazdon, esperta mondiale di ripristino ambientale alla University of the Sunshine Coast in Australia, che non è coinvolta nella creazione di Restor.
Utilizzando la piattaforma, gli utenti di Restor possono visualizzare le regioni della Terra con una risoluzione fino a 50 centimetri (20 pollici) e conoscere il loro potenziale per progetti di ripristino ambientale o conservazione. Il laboratorio Crowther ha anche sviluppato un modello che consente ai ricercatori di determinare le specie di alberi originarie di un determinato luogo, che sarà molto utile per guidare le iniziative di riforestazione.
Attualmente Restor sta raccogliendo dati di progetti di ripristino ambientale in tutto il mondo. Chiunque abbia un progetto può richiedere l’accesso al sito, dove sarà possibile inserire i dati del progetto e dell’ecosistema. I project manager hanno possono salvare i progetti in modalità pubblica o privata. Tutti i dati pubblici saranno resi disponibili al pubblico sulla piattaforma nel mese di ottobre, nell’ambito del TED countdown event.
Restor non si occupa di verificare o convalidare i progetti sulla piattaforma. Opta invece per un accesso senza troppe barriere, per raccogliere più dati possibili.
“Vogliamo che sia un posto per tutti, inclusi progetti che potrebbero essere in difficoltà”, ha riferito Clara Rowe, CEO di Restor, in un’email a Mongabay. “Il nostro obiettivo è quello di promuovere una maggiore trasparenza dei progetti in modo che, nel tempo, la qualità delle iniziative aumenti e sia più facile distinguere le strategie vincenti da quelle fallimentari”.
Uno dei limiti della piattaforma è che non tutti i progetti hanno la stessa risoluzione e la stessa accuratezza di dati. Inoltre, nella piattaforma non sono inclusi dati sociali, come la terra posseduta dalle comunità locali o da gruppi indigeni. Poiché non esiste un’unica fonte o database globale di dati sulla proprietà fondiaria e la proprietà fondiaria tradizionale non è rispettata dai governi in molte parti del mondo, è difficile raccogliere e standardizzare questo tipo di informazioni su una piattaforma globale. Tuttavia, Rowe assicura che Restor continuerà a pensare a come incorporare dati sociali sulla piattaforma, che sono cruciali per il successo delle iniziative di ripristino ambientale.
Rowe afferma che tra gli obiettivi di Restor c’è quello di continuare a rendere la piattaforma intuitiva da utilizzare, di facilitare lo scambio fra chi si occupa di progetti, di collegare progetti a finanziamenti e a volontari e di rendere informazioni scientifiche disponibili ai decision-maker.
“La mia più grande speranza è che Restor riesca a creare le condizioni per portare avanti e accelerare il ripristino ecologico degli ecosistemi, facilitando il coinvolgimento di tutti, in qualsiasi parte del mondo” ha commentato Rowe.
“Se il ripristino ambientale diventerà un movimento globale, come molti di noi sperano, abbiamo bisogno di piattaforme come Restor per mostrare dove hanno luogo le iniziative, chi le sta portando avanti e cosa si sta facendo, quali sono le necessità e come procede il lavoro. Ogni sforzo, sia piccolo che grande, è importante e può essere supportato dalla piattaforma Restor” ha commentato Chazdon.
L’immagine nel banner è uno screenshot della piattaforma Restor ottenuto grazie a Clara Rowe.
Liz Kimbrough scrive per Mongabay. Seguici su Twitter @lizkimbrough_
Risorsa correlata: Esplora il database di progetti di riforestazione e di rimboschimento di Mongabay sulla Reforestation.app.
Traccia audio correlata tramite il podcast di Mongabay: Il ripristino ambientale degli ecosistemi è la nostra ultima speranza per un futuro sostenibile? Ascolta qui (in inglese):
Articolo originale: https://news-mongabay-com.mongabay.com/2021/07/global-restoration-now-has-an-online-meeting-point/