- Un nuovo studio sulla rivista PLOS ONE rivela una riduzione del 76% della biomassa degli insetti alati in Germania negli ultimi 27 anni, mentre secondo un altro, la gran quantità degli uccelli del Paese è diminuita del 15% in appena dieci anni.
- Mentre le cause dietro il calo degli insetti non sono ancora state esaminate in maniera definitiva, lo studio su PLOS ONE suggerisce che pratiche di intensificazione agricola come un maggiore utilizzo di antiparassitari potrebbero contribuire a tale diminuzione.
- I pesticidi neonicotinoidi sono sotto accusa per la scomparsa delle api, e degli studi li collegano anche a dei cali registrati presso le comunità di insetti acquatici. Molti insetti alati attraversano degli stadi di vita acquatica.
- Sono in corso ulteriori ricerche per comprendere meglio le cause e le conseguenze di una riduzione della biomassa degli insetti alati così estesa.
Decimati: in Germania gli uccelli scompaiono e la presenza degli insetti crolla del 76% PLOS ONE, la biomassa degli insetti alati in Germania ha subito un crollo del 76% negli ultimi 27 anni. Le scoperte hanno sconcertato i biologi di tutto il mondo e suscitano preoccupazioni circa conseguenze ecologiche potenzialmente disastrose, mentre un altro studio rivela che il Paese ha perso il 15% dei suoi uccelli in poco più di un decennio.
Lo studio è stato condotto da alcuni ricercatori presso organizzazioni in Germania e Paesi Bassi. Nel corso di quasi trent’anni, queste ultime hanno catturato degli insetti alati all’interno di aree protette situate in zone pianeggianti della Germania occidentale, servendosi di trappole di Malaise per farli arrivare in bottiglie d’alcol. Hanno quindi misurato la biomassa (praticamente il peso complessivo) degli insetti per osservare i cambiamenti verificatisi anno dopo anno.
In totale, i ricercatori hanno raccolto 53,54 kg di biomassa di insetti alati dal 1989 al 2016. Tale quantità potrebbe sembrare irrisoria, ma secondo i ricercatori corrisponde milioni di singoli insetti.
I risultati hanno rivelato un drastico calo degli insetti alati. Complessivamente, la loro biomassa è diminuita del 76% nel corso del periodo di campionamento di 27 anni; i campioni estivi hanno evidenziato una riduzione addirittura maggiore, corrispondente all’82%.
Mentre la scomparsa di api e farfalle è stata ampiamente documentata in molte regioni del mondo, questo è uno dei pochi studi ad aver esaminato le tendenze generali della biomassa degli insetti alati. Secondo i ricercatori, dai risultati emerge un problema più ampio di quanto si riteneva in precedenza.
Così scrivono gli autori: “I nostri risultati dimostrano che le diminuzioni rese note di recente che hanno interessanto diversi taxa come le farfalle, le api selvatiche e le falene, corrispondono a una grave perdita del totale della biomassa degli insetti alati; il che suggerisce che le specie vulnerabili non sono le uniche a essere state decimate nel corso degli ultimi decenni, ma lo stesso destino è toccato anche all’intera comunità di insetti alati”.
Lo studio viene elogiato dai ricercatori esterni. Axel Ssymank è un entomologo e capo del programma Natura 2000 e Direttiva Habitat, gestito l’Ufficio federale per la protezione della natura (che riporta al Ministero dell’ambiente). Ha affermato che lo studio ha efficacemente documentato e conservato il materiale raccolto nei siti campione e che i metodi di raccolta erano completamente standardizzati. Come risultato, lo studio non ha rilevato “nessun bias metodologico” e i risultati “sono ben documentati senza ombra di dubbio”.
Queste sono le parole di Ssymank in una mail indirizzata a Mongabay: “Questo studio è il più completo e dettagliato circa la scomparsa della biomassa degli insetti … su scala centro europea e forse anche al di fuori”.
Qual è la ragione di una perdita così estesa?
Mentre in tutto il mondo si assiste a una diminuzione delle popolazioni di insetti, resta una domanda: perché? Le prove suggeriscono l’esistenza di molteplici cause: A livello mondiale, l’impiego di pesticidi sulle colture è stato collegato alla scomparsa delle api; il riscaldamento globale sembra mettere in pericolo l’arctia caja del Regno Unito; la distruzione delle praterie a favore dei terreni agricoli nel cuore degli Stati Uniti ha condannato gli attoni lineati maggiori all’estinzione.
Lo studio su PLOS ONE ha esaminato due possibili fattori (il cambiamento climatico e degli habitat) per osservare l’entità del potenziale impatto sugli insetti alati in Germania. Ha rivelato che mentre questi due fenomeni stanno probabilmente colpendo gli insetti del Paese, di sicuro non sono l’unica causa di una diminuzione così drastica.
Nonostante non sia stata analizzata come parte dello studio, i ricercatori ipotizzano che “l’intensificazione agricola”, intesa come l’aumento dell’utilizzo dei fertilizzanti e dei pesticidi, potrebbe contribuire alla suddetta riduzione. Stando alla loro spiegazione, pur essendo ufficialmente protette, tutte le aree in cui gli insetti sono stati raccolti erano circondate da terreni coltivati. Inoltre, tali aree protette potrebbero fungere da “pozzi o addirittura trappole ecologiche” in cui le fuoriuscite agricole potrebbero contaminare e avvelenare gli ecosistemi.
Da molto tempo gli scienziati collegano l’uso dei pesticidi al calo degli insetti: una supposizione ragionevole, visto che è il loro scopo primario. Ma la ricerca mostra che i pesticidi non stanno uccidendo solo gli insetti bersaglio. Ad esempio, uno studio del 2008 della rivista Archives of Environmental Contamination and Toxicology ha evidenziato dei livelli bassi ma persistenti di un comune pesticida a base di neonicotinoidi negli ecosistemi acquatici in grado di uccidere o ridurre la crescita degli invertebrati acquatici. Uno studio pubblicato nel 2013 su PLOS ONE ha evidenziato che la presenza di neonicotinoidi nei corsi d’acqua olandesi è correlata al significativo declino degli insetti acquatici.
Molti insetti volanti attraversano una fase acquatica. Le libellule, ad esempio, trascorrono la maggior parte della loro vita sott’acqua (fino a sei o sette anni per alcune specie) prima di fare la muta per acquisire la loro caratteristica forma adatta al volo, solo per poche settimane con lo scopo di riprodursi. Considerato il tempo trascorso sott’acqua, sono esposte a sostanze contaminanti che possono filtrare dalle aziende agricole o simili. Se l’inquinamento è troppo elevato, le popolazioni possono soffrirne; alcune specie sono talmente sensibili da venire usate dagli scienziati come “bioindicatori” della salute dei corpi idrici. Le larve di libellula sembrano particolarmente sensibili all’inquinamento acquatico.
La presenza di neonicotinoidi nei sistemi idrici sembra essere in aumento. Un altro studio pubblicato nel 2014 su PLOS ONE ha rivelato che alcuni pesticidi a base di neonicotinoidi sono stati diffusi nelle zone acquitrinose Prairie Pothole canadesi, dove solitamente vengono coltivate delle colture trattate con tali pesticidi. In base a quanto si legge nello studio, i ricercatori hanno inoltre scoperto la presenza di pesticidi nelle zone acquitrinose lontane dai campi coltivati “il che suggerisce la loro predisposizione a essere trasportate e la possibilità di influenzare tali zone isolate dalla produzione agricola”.
I neonicotinoidi sono anche sospettati di essere responsabili dell’uccisione di insetti terrestri e arborei e sono forse i più tristemente noti per essere collegati al declino delle popolazioni di api. Tali pesticidi includono una delle categorie più utilizzate al mondo; nel 2009 circa il 95% delle coltivazioni mais e canola degli Stati Uniti è stato trattato con neonicotinoidi. La Commissione europea sta considerando di imporre un divieto totale sui pesticidi a base di neonicotinoidi in tutti gli Stati membri dell’UE.
Gli autori dello studio tedesco pubblicato settimane fa non hanno esaminato direttamente i siti oggetto di studio per rilevare la presenza di neonicotinoidi o di altri pesticidi, ma affermano che è fondamentale scoprire le cause responsabili del declino.
Scrivono gli autori: “Qualunque siano i fattori scatenanti responsabili della diminuzione, hanno un effetto di gran lunga più devastante sul totale della biomassa degli insetti di quanto riconosciuto in precedenza”.
Ssymank sottolinea inoltre che il 76% della diminuzione degli insetti volanti si riferisce ad aree protette e avverte che i numeri nelle aree agricole tedesche “potrebbero essere ben peggiori”.
Non solo insetti
Il declino della presenza degli insetti in Germania non preoccupa solo gli entomologi. Gli insetti volanti sono importanti per gli altri processi ecologici e della fauna selvatica: sono un’importante fonte di cibo per molte specie di uccelli e innumerevoli piante dipendono da essi per l’impollinazione. Questi effetti si traducono anche in benefici per l’uomo: nel 2009 il valore economico totale dell’impollinazione ammontava circa a 177 miliardi di dollari In base a quanto riportato dagli agricoltori, se le api diminuiscono, sarà sempre più difficile coltivare colture che dipendono dalle api per l’impollinazione.
Gli scienziati ritengono che la popolazione degli uccelli potrebbe già essere in calo, come conseguenza della diminuzione degli insetti. Un recente studio dei dati del governo realizzato dall’organizzazione ambientalista tedesca NABU (Nature And Biodiversity Conservation Union) stima che negli ultimi 12 anni in Germania sono scomparsi più di 25 milioni di uccelli. Si tratta del 15% circa della popolazione totale di uccelli del Paese.
Secondo gli autori dello studio NABU, è probabile che esita un nesso diretto tra il declino degli insetti e degli uccelli verificatosi in Germania. Lo studio ha inoltre riscontrato che il declino degli uccelli è correlato ai cambiamenti relativi all’uso dei terreni agricoli (pascoli e a maggese) per passare a colture di mais e olio di colza a gestione intensiva.
La scomparsa degli uccelli non si limita alla Germania. In Nord America, nell’altra sponda dell’Atlantico, le rondini sono diminuite del 40% circa negli ultimi 40 anni. Anche altre specie di rondini sembrano in calo. Dato che le rondini dipendono fortemente dagli insetti volanti (afferrano la preda con le ali), gli scienziati ritengono che anche in questo caso il calo degli insetti possa essere responsabile.
I ricercatori ammettono l’esistenza di un divario riguardante gli accurati studi relativi alla presenza degli insetti e il loro andamento, e affermano che gli studi tedeschi più recenti condotti sugli insetti rappresenta uno dei primi tentativi per affrontare questo problema.
Queste le parole di Joe Nocera, ecologo della popolazione presso l’università di New Brunswick in Canada, alla rivista The Scientist. “Siamo di fronte a una grande scarsità di dati sugli andamenti storici delle popolazioni di insetti e il lavoro sui fenomeni ecologici che dipendono dagli questi ultimi ne risente da tanto tempo a causa di questa lacuna nella nostra conoscenza”. “In questo documento è racchiuso il primo grande passo per porvi rimedio”.
Secondo Axel Ssymank, il governo tedesco è intento a finanziare un progetto di ricerca per lo studio della biomassa degli insetti e i possibili motivi alla base del suo declino. Gestito nell’ambito della Direttiva Habitat dell’Unione Europea, si prevede che i risultati del progetto verranno resi noti entro la fine del prossimo anno.
“Mentre anche gli habitat soggetti alla normativa comunitaria per la conservazione della natura sono colpiti da questa tipologia di declino, la perdita della qualità e delle specie caratteristiche ci preoccupa molto, così come le conseguenze e gli effetti su altri componenti dell’ecosistema”, ha riferito Ssymank a Mongabay.
I ricercatori dietro allo studio di PLOS ONE delle scorse settimane sono inoltre intenti ad approfondire il declino degli insetti tedeschi, e in base a quanto riferiscono a The Scientist attualmente stanno portando avanti un’analisi riguardante cosa potrebbe significare per il funzionamento degli ecosistemi e per gli insetti che dipendono della fauna selvatica un declino del 76% degli insetti volanti della Germania.
Così è riportato nel loro studio: “Vi è urgentemente bisogno di scoprire le cause di tale diminuzione, la sua estensione geografica e di comprendere le conseguenze di quest’ultima per gli ecosistemi e per i servizi ecosistemici”.
Citazioni:
- Hallmann, C. A., Sorg, M., Jongejans, E., Siepel, H., Hofland, N., Schwan, H., … & Goulson, D. (2017). More than 75 percent decline over 27 years in total flying insect biomass in protected areas. PloS one, 12(10), e0185809.