- Delle 124 specie di caffè selvatico conosciute dalla scienza, 75 specie, ossia il 60%, sono a rischio di estinzione a causa della deforestazione, dei cambiamenti climatici e della diffusione di malattie e parassiti, ha rivelato un nuovo studio.
- Il parente selvatico dell'Arabica, il caffè più diffuso al mondo, è particolarmente nei guai.
- Circa il 72% delle specie di caffè selvatico si trova in alcune aree protette, ma molti dei parchi hanno un’applicazione lassista e le specie di caffè raramente sono incluse nei loro piani di gestione. Anche la copertura della potenziale varietà delle specie è scarsa.
- Inoltre, solo la metà di tutte le specie di caffè selvatico si trova attualmente nelle banche del germoplasma - risorse fondamentali per la produzione in futuro di varietà di caffè più resistenti.
Se siete amanti del caffè, probabilmente conoscete le due specie più diffuse: Arabica (Coffea arabica) e Robusta (Coffea canephora). Ma ci sono più di 100 specie di caffè selvatico nascoste tra le foreste sparse in Africa, Asia, Australasia e isole come il Madagascar. Un nuovo studio ha scoperto che la maggior parte di queste specie selvatiche, tra cui i parenti selvatici dell’Arabica, è a rischio di estinzione a causa della deforestazione, dei cambiamenti climatici e della diffusione di malattie e parassiti.
La perdita di queste specie selvatiche potrebbe avere gravi conseguenze per l’industria mondiale del caffè, dicono i ricercatori.
“Il settore della coltivazione del caffè esiste nella sua forma attuale solo grazie al pool genetico delle specie di caffè selvatico”, ha scritto in una email a Mongabay, Aaron Davis, autore principale dello studio e capo della ricerca sul caffè al Royal Botanic Gardens, Kew, nel Regno Unito. “Guardando al futuro, le specie di caffè selvatico e i geni o le caratteristiche che contengono, saranno probabilmente la chiave per la sostenibilità a lungo termine della produzione di caffè”.
La passione di Davis per il caffè selvatico è iniziata più di due decenni fa, quando per la prima volta si è recato in Madagascar come parte di un progetto triennale per studiare proprio le specie di caffè selvatico. Lì, è rimasto sorpreso non solo dalla diversità delle specie di caffè che l’isola aveva da offrire, ma anche dalla scarsa conoscenza su di esse. Molte delle specie erano inoltre rare e difficili da trovare. “Dal 1997 io e il mio collega malgascio, il Dott. Franck Rakotonasolo, abbiamo dato il nome a 19 nuove specie di caffè provenienti dal Madagascar, tra cui alcune delle specie più bizzarre nel genere del caffè”, ha raccontato Davis.
Ad oggi sono conosciute 124 specie di caffè selvatico. E ora, per la prima volta, veniamo a conoscenza del loro rischio di estinzione.
Valutando migliaia di punti dati raccolti dagli scienziati e collaboratori dei Kew negli ultimi due decenni, Davis e i suoi colleghi hanno scoperto che 75 specie di caffè, un numero equivalente al 60% del totale, sono minacciate, secondo i criteri stabiliti dall’Unione internazionale per la Conservazione della natura (IUCN) per la Lista rossa delle specie minacciate. Tra queste, 13 specie sono in grave pericolo di estinzione, 40 in via di estinzione e 22 sono considerate come vulnerabili, i ricercatori riferiscono nello studio pubblicato il 16 gennaio su Science Advances.
Il parente selvatico dell’Arabica, il caffè più diffuso al mondo, è particolarmente nei guai. In un secondo studio su Global Change Biology, pubblicato sempre il 16 gennaio, Davis e i suoi colleghi hanno dimostrato che il cambiamento climatico potrebbe ridurre drasticamente la popolazione di Arabica selvatica in Etiopia e nel Sud Sudan, guadagnandosi così lo status di specie in pericolo di estinzione nella Lista Rossa dell’IUCN.
“La nostra valutazione iniziale sul caffè Arabica suggeriva che in natura non fosse in pericolo di estinzione”, ha detto Justin Moat, responsabile dell’analisi dello spazio ai Kew e autore principale del secondo studio. “Tuttavia, dopo aver preso in considerazione i cambiamenti climatici, si è spostata di due categorie più in alto diventando una specie a rischio di estinzione. Questi risultati sono molto importanti in quanto indicano che il rischio di estinzione per molte altre specie di caffè potrebbe essere anche peggiore se consideriamo i cambiamenti climatici”.
Delle 124 specie, 14 erano carenti di dati. Nove di queste specie non sono più state viste dal 1940 e alcune di loro potrebbero addirittura essere già estinte, dicono i ricercatori.
Circa il 72% delle specie di caffè selvatico si trova in alcune aree protette. Se da un lato il numero può sembrare elevato, la copertura effettiva di tutte le foreste in cui potenzialmente si possono trovare le specie, è in realtà fonte di preoccupazione, dicono i ricercatori. Ad esempio, solo il 4% della potenziale area boschiva in cui si trova l’Arabica selvatico si trova all’interno delle aree protette dell’Etiopia e del Sud Sudan. Molti dei parchi presentano inoltre un’applicazione lassista, e le specie di caffè sono raramente incluse nei piani di gestione.
Anche la conservazione delle specie di caffè selvatico nei depositi di risorse genetiche, le cosiddette Banche del germoplasma, è scarsa, con solo la metà di tutte le specie rappresentate in parte. Queste “banche” contengono semi o tessuti di piante e rappresentano la diversità genetica di tutte le varietà di caffè – risorse fondamentali per produrre in futuro caffè più resistenti alla siccità o alle malattie.
La variazione genetica dell’Arabica e della Robusta, sia nelle aree protette che nelle banche del germoplasma, è particolarmente scarsa. Questo è un aspetto estremamente preoccupante, ha dichiaratoo Davis, “considerando che queste sono le principali specie di colture di caffè su cui si basa un settore da diversi miliardi di dollari; e che la produzione del caffè si basa principalmente su circa 100 milioni di piccoli agricoltori che si affidano al caffè per parte, o tutto, del loro reddito.”
Sarada Krishnan, direttore dell’orticoltura e del Center for Global Initiatives presso i giardini botanici di Denver (non coinvolto nello studio), ha commentato che i risultati non sono sorprendenti, ma anzi “una conferma di ciò che già si sospettava”.
“Con la minaccia della perdita di piante allo stato selvatico (in situ), si dovrebbe compiere uno sforzo concertato per cogliere la diversità genetica ancora presente in natura e preservarla nelle raccolte ex situ, proteggendo allo stesso tempo i siti in situ” ha dichiarato Krishnan. “Inoltre, dovrebbero essere compiuti sforzi per raccogliere e preservare quelle specie (56 specie, il 45%, di quelle identificate nello studio) che non si trovano attualmente in nessuna raccolta ex situ“.
Banner image of Arabica coffee fruits by Aaron Davis/RBG Kew.
Citazioni:
Davis, A. P., Chadburn, H., Moat, J., O’Sullivan, R., Hargreaves, S., & Nic Lughadha, E. (2019). High extinction risk for wild coffee species and implications for coffee sector sustainability. Science Advances, 5(1), eaav3473. DOI: 10.1126/sciadv.aav3473
Moat, J., Gole, T. W., & Davis, A. P. (2018). Least concern to endangered: applying climate change projections profoundly influences the extinction risk assessment for wild Arabica coffee. Global Change Biology. DOI: 10.1111/gcb.14341